Il mestiere di genitore diventa ogni giorno più difficile. Rispetto al passato, i nostri figli ricevono più stimoli, affrontano i pericoli della rete e dei social, subiscono i danni dei videogiochi e della tecnologia. Il mondo, in generale, ci sembra un posto molto meno sicuro di quando eravamo bambini noi, e le incombenze si moltiplicano.
Bambini o adolescenti che siano, i ragazzi di oggi vanno seguiti molto più di quanto non facessero i nostri genitori. E i genitori moderni hanno molto meno tempo a disposizione dei nostri, schiacciati tra lunghi orari di lavoro, trafficatissime distanze da percorrere, passioni da seguire per se stessi, per non morire di quotidianità.
Ecco allora i supereroi dei nostri giorni: i nonni. Dal lunedì al venerdì, li vediamo in compagnia dei nipoti molto più dei figli. Li portano a scuola, a passeggio, a fare sport, li intrattengono durante la giornata, li seguono nei compiti, preparano loro pranzo e cena.
Ma qui, come in altri campi, lo scontro generazionale è inevitabile e i bambini di oggi sono sempre pronti ad approfittarne. Si sa che per definizione i nonni tendono ad essere più indulgenti: fanno fatica a comprendere che il mondo è cambiato. Cosa ci sarà mai di male in una caramella in più? E quando non riescono ad aderire ai limiti imposti – spesso a fatica – dai genitori ai propri figli, il lavoro si raddoppia.
Gli argomenti di disaccordo possono essere infiniti: l’educazione, la disciplina, l’alimentazione, la religione e l’uso delle tecnologie sono tra quelli più comuni. E i nonni riescono ad essere così “invadenti” da arrivare a mettere in serio pericolo il rapporto di coppia e le relazioni con le rispettive famiglie.
Psicologi e terapisti suggeriscono di affrontare subito il problema, discutendo in maniera chiara ed inequivocabile, anche più volte, i punti di conflitto. Senza dimenticare l’importanza dei nonni nella vita dei bambini, è necessario però mettere da parte i sensi di colpa – “Mi aiutano così tanto!” – e pensare solo all’interesse dei propri figli.
È vero, stanno probabilmente crescendo i vostri figli nello stesso modo in cui hanno cresciuto voi, ma le cose cambiano. La merendina che mangiavate voi a 10 anni non era così piena di zuccheri e conservanti e sì, una caramella in più può fare danni.
Le cose peggiorano se il problema sono i suoceri. La coppia deve, in questo caso, essere sulla stessa lunghezza d’onda: il partner deve concordare con voi e non deve temere di opporsi ai propri genitori.
D’altro canto è pur vero che i nonni sono spesso riluttanti al dialogo quando si tratta di questioni di questo tipo e a volte il conflitto si può evitare cercando di ricordarne le buone intenzioni.
Si tratta ovviamente di situazioni di ordinaria quotidianità, che nulla hanno a che fare con i casi assai più complessi trattati dalla psicoterapeuta Anne Ancelin Schützenberger nei suoi libri dedicati alla psicogenealogia e alle influenze che l’ambiente e la storia familiare possono avere sulla nostra psiche. La sindrome degli antenati, nella nuova edizione aggiornata – purtroppo l’ultima, data la scomparsa dell’autrice un anno fa – pone l’accento sull’influenza che i legami familiari possono avere sul nostro inconscio, condizionando la nostra vita, le nostre scelte e persino la nostra salute.
Siamo “meno liberi di quanto crediamo”: spesso viviamo una vita non nostra, quella di un padre, di un nonno, di un fratello. Ne riviviamo inconsciamente il trauma, quasi sempre non detto, segreto, diventando così vittime di eventi già vissuti dai nostri antenati, incapaci di svincolarci dalla ripetizione.
Schützenberger riferisce ed analizza numerosi casi-studio che illustrano i principali eventi che possono verificarsi quando il trauma resta vissuto “nell’indicibile, nell’impensabile”: la sindrome da anniversario, la lealtà familiare invisibile, la ripetizione familiare d’incidenti, l’incesto genealogico.
Attraverso il genosociogramma – un albero genealogico arricchito da fatti significativi, avvenimenti importanti, legami affettivi – è possibile “scavare” nella nostra vita alla ricerca di legami nascosti o inconsci che possano illuminare le ragioni delle nostre paure irrazionali, delle difficoltà psicologiche o fisiche, che spesso ci impediscono di andare avanti.
Solo così, dice Anne Schützenberger, possiamo svincolarci dalla ripetizione del passato, “vivere la nostra vita”, trasformarla “a misura di ciò che desideriamo, di ciò di cui abbiamo voglia e bisogno per esistere (e non di ciò che qualcun altro vuole per noi)”. È questo il messaggio più importante del libro: la nostra vita deve essere “l’espressione del nostro autentico essere”.
Sarà forse per questo che il volume, pubblicato per la prima nel lontano 1993, è arrivato a 16 edizioni superando le 500.000 copie vendute. Sarà forse per questo che il legame nonni-nipoti non va sottovalutato. I nonni danno ai nostri figli una storia che va al di là della famiglia in senso stretto, rappresentano il passato. Evitare qualsiasi conflitto è fondamentale per evitare eventi che possano intrappolare i nostri figli nella ripetizione di qualcosa che sanno senza sapere di saperlo. “In una famiglia, i bambini e i cani sanno tutto, sempre, e soprattutto quello che non viene detto”, diceva la psicologa infantile Françoise Dolto. Attenzione, allora.