Uno psichiatra americano, esperto di problemi infantili, spiega in un libro come far sì che i figli “sopravvivono” alla separazione dei genitori.
E’ possibile aiutare i figli a superare il trauma del divorzio dei genitori? Riuscire a mantenere un rapporto felice, significativo, soddisfacente, anche quando il divorzio impedisce di vivere con tutto il tempo? E quali sono gli errori che i genitori dovrebbero evitare per risparmiare ai figli sofferenze e danni a volte irreversibili?
A queste e ad altre domande ha cercato di rispondere con Tempo di Qualità il dottor Melvin A. Goldzband, psichiatra Americano noto in tutti gli Stati Uniti come un’autorità nel fornire aiuto ai bambini di genitori separati. “Troppo spesso durante e dopo il divorzio gli interessi del minore vengono ignorati nel conflitto nei conflitti fra genitori e nelle varie tappe del sistema giuridico”, spiega il dottor Goldzband che abbiamo incontrato a Roma.
“Sebbene non si possa negare che le discussioni siano una parte naturale del doloroso processo di divorzio, esse risultano dannose per i bambini, soprattutto quanto questi diventano il fulcro del dissenso fra genitori. Con questo libro, invece, voglio dimostrare che esiste il modo per consentire ai figli di “sopravvivere” al divorzio dei genitori”.
Come è nata l’idea del libro?
La mia esperienza con figli divorziati dura da molti anni, ma nel ’75 mi capitò il caso di due pazienti, oltre la sessantina e estranee tra loro, molto depresse e con disturbi della personalità dovuta al divorzio dei loro genitori, accaduto quarant’anni prima. Nonostante i genitori fossero morti da anni, esse avevano mantenuto nel segreto della mente la fantasia che essi si sarebbero prima o poi riuniti. Parlai del fatto con alcuni colleghi, nel ’75 organizzammo la prima conferenza sul problema dei “figli del divorzio” e da allora ho sempre continuato ad approfondire l’argomento. Chi divorzia è come se fosse nell’occhio di un ciclone, ha bisogno di aiuto per sé e per i figli e questo libro nasce con questo libro nasce con questo obiettivo.
Qual è l’errore che i genitori divorziati dovrebbero evitare?
Litigare per la tutela del bambino, consentire che sia un tribunale a prendere decisioni al posto loro, mentre la scelta del genitore affidatario dovrebbe essere decisa prima di mettere piede davanti a una qualsiasi Corte. Nessuno meglio dei genitori sa qual è il bene del bambino, che non deve sentirsi oggetto di contesa ma rassicurato sul suo futuro di figlio, comunque amato. Che la coppia litighi pure sui soldi, sulla casa, sui tempi delle visite: riguardo ai figli ha il dovere di accordarsi pacificamente, onestamente e definitivamente.
Come aiutare i bambini a “sopravvivere” al divorzio?
Per i figli il divorzio è un trauma, sempre. Quasi tutti si sentono colpevoli, come se fossero loro la causa della separazione: “Se fossi stato un bambino migliore questo non sarebbe accaduto”, pensano. Un mondo si è distrutto ai loro occhi: è una sofferenza terribile da cui possono uscire solo se messi in condizioni di farlo. E’ necessario che intorno a loro tutto torni pacifico, che le decisioni vengano prese senza litigi, discussioni. Che la mamma o il papà siano capaci di sedere con loro e di spiegare con calma cosa sta succedendo, tranquillizzandoli sul loro futuro, sul fatto che tutto andrà bene. So che non è facile comportarsi così chi divorzia è pieno di rabbia sotto stress, ferito, e spesso non controlla le sue reazioni. Ma è necessario che i genitori, per il bene dei figli, lo facciano. Il bambino che vive nell’ansia finisce per ammalarsi.
I figli dei divorziati da adulti sono destinati a costituire a loro volta delle unioni non durature?
Stiamo studiando questo fenomeno perché vi sono problemi che ricadono a cascata da una generazione all’altra. Per esempio, se i figli del divorzio sposano altri figli del divorzio che sarà di questi matrimoni? E poi c’è la paura di esprimere impegni duraturi, visto il fallimento dei loro genitori.
Per un bambino, in caso di crisi, è meglio il divorzio dei genitori, o una convivenza forzata?
I bambini non devono essere allevati in una casa piena di odio, anche se è “nascosto” sotto al tappeto, o nella falsità. Questo è peggio di un divorzio. Per loro e per i genitori che finiscono per provare verso i piccoli una rabbia non cosciente: “Se non ci fossero i figli sarei libero di andarmene”. Meglio una separazione. Ma che sia pacifica.
Elena Odino – Gioia 1996