La maggior parte dei genitori non decide certo di proposito di rovinare la vita dei propri figli. Anzi, la maggioranza di essi è composta da individui responsabili, che giustamente si preoccupano di agire nel modo migliore per il bene dei loro figli anche durante periodi di forte stress. Il divorzio è uno di tali periodi.
A volte, immersi nella battaglia per il divorzio, nello sforzo di conservare la propria identità e il proprio scopo di vita, i genitori, inconsapevolmente e involontariamente, possono effettivamente compiere azioni dannose per i propri figli.
La prima di queste azioni è proprio quella di separarli dall’altro genitore, anche se il divorzio può essere necessario ai coniugi per mantenere la propria integrità e il rispetto di sé stessi. Tuttavia, in seguito alla separazione dei genitori, i figli saranno molto più vulnerabili di quanto non sarebbero stati se i genitori fossero rimasti assieme.
Non fraintendetemi: non è che tutto quanto concerne il divorzio abbia necessariamente un effetto negativo sui figli, ma, nel combattersi per ottenere il divorzio e l’affidamento, a volte i genitori agiscono senza riflettere.
Possono venir trascinati dalla loro stessa insicurezza circa il divorzio, o dai loro sentimenti verso il coniuge, e in tal modo possono causare ai figli gravi danni. Parte del danno può essere rimediato, ma sarebbe meglio evitarlo fin dall’inizio.
I genitori che stanno divorziando, nel contendersi i figli, devono rendersi conto del danno che stanno facendo a sé stessi, oltre che ai bambini. Il genitore in fase di divorzio, litigando per ottenere l’affidamento, può mettere in pericolo il proprio rapporto con i figli. Inoltre, i genitori devono imparare a capire che tali litigi hanno sui minori un effetto devastante, anche se una lunga e triste esperienza in proposito ci ha dimostrato come tali effetti possano non risultare evidenti fino a molto avanti nel tempo.
Un aiuto durante le fasi del divorzio
Ricordo spesso, in questo libro, che i genitori in fase di divorzio agiscono come immersi in un ciclone emotivo e non possono obiettivamente aspettarsi di agire sempre in modo razionale, e meno che mai di riuscire a pensare in modo chiaro e logico.
Questa è la ragione per cui questo testo può risultare di grande utilità. Può essere tenuto a portata di mano anche nei momenti peggiori.
Può essere consultato in qualunque occasione, per ricordarvi quanto danno può essere fatto a tutti gli interessati, compresi voi stessi, e per suggerire alternative.
Può essere preso in mano nei momenti più impensati e in quelli più calmi, quando leggere può servire a meglio comprendere e, spero, a prevenire eventi potenzialmente dannosi.
Nel leggere il libro potranno venirvi in mente situazioni, tra voi e il vostro coniuge, che non sono descritte in questa sede. Provate a inserire queste vostre esperienze nei punti appropriati e riflettete sugli effetti che esse possono avere, come sugli effetti prodotti dagli esempi da me riportati. Provate a riscrivere il libro voi stessi, sviluppando così ulteriori idee e concetti circa l’enorme varietà di situazioni che influenzano il bambino e i genitori in caso di divorzio: vedrete così tutto il processo da una serie di punti di vista diversi.
Non pretendete di rispondere facilmente o rapidamente alle domande poste alla fine di molte parti del libro. In realtà, alcune di tali domande possono non avere risposte giuste o sbagliate.
Ho posto quelle domande così come le rivolgo ai genitori che vengono a chiedermi consigli. A volte le domande potranno irritarvi o disturbarvi e ciò significa che vi hanno colpito effettivamente in un punto dolente e che, quindi, si tratta di un’area problematica. In tal caso dovreste riflettere ancora di più sulle domande e sulle risposte che dareste ad esse. Potreste alla fine scoprire che sarebbe meglio prendere alcune decisioni diverse, basate su alcune idee nuove e diverse.
Se cominciate a considerare delle situazioni e degli esempi che non compaiono nel libro, cercate di vedere se sono in qualche modo collegabili a quelli esposti nel libro stesso. Cercate anche di vedere se si possono adattare in modo appropriato ad alcune delle domande.
Ancora meglio, cercate di porre a voi stessi domande simili a quelle esposte nel testo, ma ancora più puntualizzate sui vostri stessi esempi. Un buono psichiatra desidera che i propri pazienti comincino a porsi delle domande in merito ai sentimenti che provano e alle ragioni che li portano a comportamenti o sensazioni penose, perciò dedicate anche voi tempo e denaro all’esame di tali domande.
In ogni caso, se pensate di aver bisogno di aiuto, non esitate a cercarlo, perché potrete aiutare, in tal modo, non solo voi stessi, ma anche i vostri figli. Dopo tutto, chi mai potrebbe desiderare dei genitori ansiosi?
Le domande nel testo
Ecco alcune domande presenti nel testo che possono essere di aiuto a genitori che stanno affrontando questa fase della vita.
Le seguenti domande sono dirette ai genitori non affidatari
- Dovrei portare mio figlio al cinema o ad una qualche altra attività che io detesto?
- In che modo avete rassicurato vostro figlio sul fatto che continuate ad amarlo e continuerete a sostenerlo?
- Siete stato sempre preciso e regolare nell’effettuare le visite?
- Volevate veramente essere preciso e regolare nelle visite?
- Avete telefonato o scritto qualche volta?
- Volevate davvero farlo? Avete pensato ai vostri figli anche quando non potevate essere con loro?
- Avete parlato a fondo con loro del perché non potete vivere con loro?
- Avete smesso di litigare col vostro ex-coniuge circa i bambini?
Le seguenti domande sono dirette ai genitori che hanno la custodia dei figli:
- Avete parlato francamente del divorzio con i vostri figli?
- E cosa intendete esattamente per “parlare francamente”?
- Avete cercato di prepararli dolcemente? Forse fino all’estremo?
- Al contrario, avete commiserato voi stessi raccontando loro quali momenti terribili avete passato con il loro padre (o madre)?
- Li avete incoraggiati a parlarvi francamente del divorzio?
- Se lo hanno fatto, come avete risposto? Apertamente o restando sulla difensiva?
- Cosa avete detto ai vostri figli circa una possibile causa per la custodia?
- Avete detto loro che quel pezzente del padre (o della madre) sta cercando di portarveli via?
- Avete detto loro che è possibile debbano andare in tribunale per parlare con il giudice?
- Avete parlato con loro del concetto di visita a prescindere dai risultati della causa?
- Cosa avete detto a voi stessi circa la possibilità di una causa per ottenere la custodia?
Le seguenti domande sono dirette a tutti i genitori
- Quanto l’idea che i figli siano “vostri” influenza il vostro modo di pensare?
- Quanto vi disturba il fatto che l’ex-coniuge faccia o compri qualcosa per i figli?
- Quanto vi disturba il fatto che i bambini passino del tempo con il vostro ex coniuge?
- Quanto spesso pianificate delle attività o fate progetti con i bambini senza tener conto che l’altro genitore ha il diritto di visita?
- Quali altri pensieri o idee avete personalmente che possano rappresentare un esempio di queste situazioni? (Cercate di essere onesti, per favore).
- Quanto effettivamente cercate di non insultare o denigrare l’altro genitore? Davanti ai bambini? Anche davanti ad altre persone?
- Quanta segreta soddisfazione provate realmente quando i vostri figli rispondono male al vostro ex-coniuge? (Misurate bene le vostre sensazioni).
Le seguenti domande sono dirette a tutti i genitori divorziati che hanno optato per la custodia congiunta dei figli.
- Quanto fate per assicurarvi che l’altro genitore sappia il più possibile della vita dei figli?
- Riferite al vostro ex coniuge i risultati scolastici dei figli, i voti da loro ottenuti, gli ospiti avuti, i progetti speciali?
- Discutete con lui/lei le normali questioni mediche e le eventuali crisi o malattie dei bambini?
- Potete discutere con il vostro ex il futuro dei figli?
- Riuscite a sforzarvi entrambi per trovare un qualche tipo di compromesso su una questione per la quale avete litigato?
- Spingete i bambini a cercare loro stessi, l’altro genitore ed a fare indipendentemente piani con lui/lei?
Le seguenti domande sono dirette ai genitori che hanno perso la custodia dei figli.
- Come avete reagito alla perdita della custodia?
- Vi siete allontanati? Quanto ciò ha danneggiato i bambini?
- Avete ricominciato la causa? Come ciò ha influenzato i bambini?
- Vi lamentate con i bambini durante le vostre visite, perché le ritenete troppo limitate?
- Avete consentito che la rabbia verso il vostro ex-coniuge finisse con lo scaricarsi sui figli?
- Siete diventato depresso? Se sì, cosa avete fatto in proposito?