«Mens sana in corpore sano», dicevano gli antichi. Ma quando è la mente, o meglio la nostra psiche, a soffrire un trauma, il corpo è il primo che ne risente. È il principio della psicosomatica, che cerca per le malattie fisiche una causa di natura psicologica che ne possa spiegare l’insorgenza.
Anne Ancelin Schützenberger, psicoterapeuta e ricercatrice francese, ne ha fatto il suo cavallo di battaglia, dando inizio alla «psicogenealogia», un approccio psicoterapico che studia gli effetti della nostra storia familiare sullo sviluppo della nostra vita, salute compresa.
Non è un caso, quindi, che nei suoi oltre 50 anni di attività, si sia anche dedicata al sostegno ai malati di cancro, collaborando con medici e professionisti sanitari, e approfondendo a 360° le esperienze traumatiche che possono essere alla base di molte patologie, soprattutto quelle tumorali.
In Voler guarire, A.A. Schützenberger racconta la sua esperienza nel sostegno ai malati di cancro, non solo nel ricercare una causa psichica scatenante, ma soprattutto nel ritrovare la voglia di vivere, che può giocare un ruolo decisivo nel cammino verso la guarigione.
Ma soprattutto, in questo libro si sottolinea l’importanza di un atteggiamento positivo da parte di tutti – medici, amici, familiari – perché per lottare contro la propria malattia il malato deve poter credere di avere a disposizione tutte le carte per farcela. E ciò può essere ottenuto attraverso predizioni ottimiste e terapie alternative che stimolano le endorfine e il buon umore.
Terapie di supporto
A disposizione del malato ci sono infatti moltissime tecniche e terapie di supporto, dalla visualizzazione positiva al rilassamento, dall’analisi della sua storia e del suo contesto sociale alla lotta contro lo stress che ostacola il percorso emotivamente difficile e fisicamente doloroso che spesso accompagna il processo di guarigione.
Le piccole gioie quotidiane, l’aiuto di una rete di sostegno fatta di amici e familiari “positivi”, l’ottimismo di vedersi guariti e in buona salute: sono questi, per la psicoterapeuta francese, i fattori chiave per affrontare un male innominabile che ci spaventa e ci trova sempre impreparati.
«Pessimisti, passate oltre. Non siete autorizzati a entrare se non avete una buona storia da raccontarmi per farmi ridere».
Norman Cousins
Il motto adottato da Norman Cousins, giornalista scientifico, scrittore e pacifista, per combattere contro la sua malattia riassume bene l’approccio proposto da Anne Schützenberger.
Ridere, agire, muoversi, – anche a letto, anche solo con un dito – sono piccoli gesti che possono darci la forza di resistere. Insieme ai piccoli piaceri quotidiani (la famosa lista di piaceri così difficile da redigere), prendersi cura degli altri (per mettere da parte la propria condizione), immaginare un futuro roseo e gradevole, fare ciò che abbiamo rimandato e magari recitare un mantra che ci convinca che tutto andrà bene. Tutti i giorni, sotto tutti i punti di vista, vado di meglio in meglio…
Affidarsi a medici specialisti
Tuttavia – ci tiene a precisare – non si deve rinunciare alla cure della medicina «tradizionale», che sono fondamentali per affrontare la malattia. E per questo parte del suo lavoro è stato svolto anche in favore dei molti professionisti della salute, ai quali si chiede di cambiare atteggiamento, soprattutto quando si tratta di come, e se, dire al malato tutta la verità sulla sua condizione.
Perché il medico deve saper mettere da parte le statistiche, enfatizzare i minimi risultati ottenuti e trasmettere al paziente, anche con il linguaggio del corpo, la proprio visione ottimista. Soprattutto, deve saper mettere il malato al centro della propria vicenda, renderlo ciò un partecipante attivo nel prendere decisioni che riguardano la propria salute.
Voler guarire è dunque un libro che può aiutare non solo il malato, ma anche chi se ne prende carico (medici, infermieri, psicologi) e chi tra parenti e amici sceglie di stargli vicino alleviandogli il peso della sua condizione e sostenendolo nelle sue scelte.
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