Stiamo perdendo l’abitudine di scrivere a mano e ormai facciamo tutto tramite tastiera, che sia del computer o dello smartphone non ha importanza. La tecnologia sta avendo anche un impatto negativo sulla grafia dei bambini.
Quali sono le ripercussioni per l’apprendimento e lo sviluppo?
Vi ricordate l’ultima volta che avete scritto un documento a mano con carta e penna? Forse, e dico forse, era la lista della spesa, ma non ne sono tanto convinto, perché magari anche quella l’avete appuntata sul telefono o ve l’hanno inviata direttamente da Whatsapp.
Sally Payne, pediatra della fondazione NHS in Inghilterra, in un’intervista su “The Guardian”, ha detto che la nuova generazione di scolari non ha la forza manuale e la destrezza degli alunni di 10 anni prima.
Con l’uso di tablet, smartphone e la nuova tecnologia touch, i bambini hanno perso la capacità di tenere in mano una matita. Persino le lettere a Babbo Natale vengono inviate via email o scritte al computer e poi stampate.
Molti studi scientifici suggeriscono che ci siano innegabili benefici per il cervello, nello scrivere a mano lettere, appunti, saggi o il proprio diario; benefici che non è possibile ottenere con la digitazione.
Scrivere a mano connette il processo logico della mente con le parole, e consente al cervello di concentrarsi su di esse, capirle e impararle. Altre ricerche suggeriscono che scrivere a mano è un allenamento mnemonico per il cervello.
Secondo un articolo del “Wall Street Journal”, l’atto di scrivere – che impegna le capacità motorie, la memoria e altro – è un buon esercizio cognitivo per mantenere la mente elastica man mano che invecchiamo. Scrivere a mano, infatti, aiuta a ricordare le informazioni e, quindi, a conservare i ricordi anche invecchiando.
In una recente ricerca svolta in Francia, a un gruppo di studenti adulti è stato chiesto di prendere appunti scrivendoli a mano; mentre un altro gruppo li ha digitati al computer. In seguito è stato riscontrato che gli studenti che avevano preso appunti scritti a mano avevano ottenuto un livello più profondo di apprendimento.
Ros Wilson, fondatore del modello “Big Writing” per l’insegnamento della scrittura, della compagnia Andrell Education, ha definito il processo di scrittura a mano equivalente al “creare un’immagine mentale del mondo”: l’elaborazione computerizzata non crea la stessa immagine nel cervello.
Angela Webb, psicologa e presidente della National Handwriting Association, ha spiegato che l’attività motoria della scrittura attiva alcune aree del cervello e stimola lo sviluppo cognitivo: prendere una penna in mano ha un impatto positivo non solo sull’alfabetizzazione, ma anche sulle altre discipline.
Nina Iles, responsabile di “EdTech” presso la British Educational Suppliers Association, ha affermato che è importante bilanciare la consapevolezza digitale con la scrittura a mano, affinché i bambini possano esprimersi in modo creativo sia attraverso la tecnologia sia con la scrittura. “La chiave sta nell’imparare a farlo bene: se un bambino fatica con la propria calligrafia, ciò può costituire un ostacolo alla capacità di utilizzarla efficacemente per informare ed esprimersi”.
Forse il segreto sta nel cercare di trovare un equilibro tra la penna e la tecnologia: educare i bambini nell’utilizzo di tablet e smartphone solo dopo avergli fatto capire l’importanza della scrittura a mano.