Reale, irrazionale e trascendente. No, non è il ritratto dell’uomo dei nostri sogni: è la terminologia “tecnica” con cui i matematici definiscono il Pi greco, celebrato in tutto il mondo il 14 marzo di ogni anno. Perché proprio in questo giorno?
Beh, ci sono varie ragioni, prima tra tutte il fatto che gli americani abbreviano la data del 14 marzo in 3/14, che è giustappunto il valore di questa costante matematica. Tuttavia, il 14 marzo è anche il compleanno dello scienziato per antonomasia, Albert Einstein, che con la matematica ci sapeva fare un po’.
Che cos’è il Pi greco?
Il Pi greco è, appunto, una costante matematica, più precisamente il rapporto tra la lunghezza di una circonferenza (in greco perifereia, da cui l’iniziale Pi) e il suo diametro. Costante perché indipendentemente dalla misura della circonferenza, tale rapporto non cambia mai ed è appunto fissato in 3,14.
In realtà queste sono solo le prime cifre di un numero apparentemente infinito, e per il quale sono state finora contate quasi 9mila miliardi di cifre decimali dopo la virgola. Focus ha calcolato che per la carta necessaria a stamparlo per intero non basterebbero tutti gli alberi della Terra.
Per questo, nei calcoli si usa l’approssimazione 3,14, almeno a scuola: nell’alta matematica, il numero viene indicato infatti solo come π, utilizzando tante cifre quanto quelle necessarie alla bisogna.
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Qualcuno si è inventato persino delle filastrocche per memorizzare più cifre possibili, associando il numero di lettere che compongono le parole alla cifra da ricordare. Tra le più popolari (in italiano, perché ne esistono in tutte le lingue) si annoverano: “Che n’ebbe d’utile Archimede da ustori vetri sua somma scoperta?” (12 cifre) e “Ave o Roma o Madre gagliarda di latine virtù che tanto luminoso splendore prodiga spargesti con la tua saggezza” (19 cifre).
Nel 2008, una scuola media lombarda, per celebrare il Pi Day di quell’anno, si inventò un’intera poesia che consente di memorizzare ben 83 cifre.
Storia di Pi
Il Pi greco fu usato per la prima volta da un matematico inglese, William Jones, ma la sua storia comincia molto tempo prima, già ai tempi delle antiche civiltà che si sono distinte per architetture monumentali e studi matematici.
I primi a utilizzarlo furono probabilmente i Babilonesi che gli avevano attribuito il valore di 3,125. Altre note approssimazioni furono quelle degli Egizi (3,1605) e dei Cinesi, che lo “arrotondarono” a 3. Il primo a darne la stima più accurata fu, guarda caso, un matematico greco: il famoso Archimede.
Questa variabilità non è dovuta a ignoranza o inesattezza, però. Il Pi greco è infatti un numero “irrazionale” proprio perché le cifre dopo la virgola non si ripetono mai in maniera regolare. Il grande merito di Archimede è stato proprio quello di riuscire a delimitare il suo valore tra due numeri “guardiani”.
Il numero più famoso del mondo
Forse per la sua associazione con Einstein e Archimede, forse per via della giornata mondiale ad esso dedicata, il Pi greco è ormai il numero più famoso del mondo, protagonista di poster e T-shirt, e persino di una canzone pop.
Il modo migliore di festeggiarlo è ovviamente “matematico”: il Ministero dell’Istruzione, ad esempio, consentirà agli studenti di tutta Italia di mettersi alla prova con quiz matematici, scientifici e numerici elaborati in collaborazione con l’Università di Torino e da svolgere online.
Per partecipare, le scuole potranno iscriversi sulla piattaforma dedicata (https://www.piday.it) e giocare in diretta, per “sfidarsi, mettersi in gioco e sviluppare competenze di problem solving”, mentre a Roma studenti delle medie e delle superiori invitati dal Ministero prenderanno parte a un evento trasmesso in streaming su YouTube.
Grazie alla sua popolarità, il Pi greco contribuisce dunque alla diffusione della cultura scientifica, soprattutto tra i giovani. Ma non deve fare tutto da solo, è anzi in buona compagnia: con lui ci sono 9,80665, il numero dell’accelerazione di gravità e 42, la risposta – secondo la Guida galattica per gli autostoppisti – alla “domanda fondamentale sulla Vita, l’Universo e tutto quanto”.
Foto di GDJ da Pixabay