La Giornata Nazionale contro lo Spreco Alimentare, il 5 febbraio scorso, è stata – come tutti i grandi eventi di questo ultimo anno – celebrata in rete.
Un Forum organizzato su piattaforma digitale in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, e con il Patrocinio, tra gli altri, del World Food Programme Italia, ha visto la partecipazione in primis di Andrea Segrè, l’agroeconomista fondatore di Last Minute Market, la piattaforma che promuove l’economia circolare attraverso il recupero, il riuso e il riciclo.
I prossimi 10 anni, ha spiegato Segrè, saranno decisivi per realizzare gli Obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite: ridurre gli sprechi di cibo e acqua sono due obiettivi importanti che possono essere realizzati anche sensibilizzando il grande pubblico a ridurre lo spreco alimentare domestico.
L’abitudine di “gettare gli avanzi”, spiegano gli esperti, incide per il 50% sullo spreco di cibo. Solo in Italia, fa notare il Ministero dell’Ambiente, che monitora la situazione, lo spreco alimentare vale circa 10 miliardi di euro.
Fortunatamente le cose stanno cominciando a migliorare: i cittadini, non solo nel nostro Paese, ritengono che vi sia una stretta connessione tra lo spreco alimentare, le pratiche agricole e l’impatto ambientale.
Prevenire gli sprechi viene dunque considerata una pratica che fa bene a noi e all’ambiente, perché potrebbe consentire l’abbandono dell’agricoltura intensiva in favore di pratiche a minor impatto. Comporterebbe inoltre maggiore qualità e freschezza degli alimenti, con una predilezione per i prodotti stagionali.
Anche le grandi catene della distribuzione alimentare si sono mosse in questo senso, e hanno celebrato la giornata contro lo spreco alimentare presentando una serie di iniziative che puntano a ridurre di almeno il 50% gli scarti alimentari entro il 2025.
Tra queste, l’introduzione di un’etichetta consapevole per stimolare i consumatori a verificare se i prodotti siano ancora consumabili anche dopo il termine minimo di conservazione; la valorizzazione dei prodotti prossimi alla scadenza, ma ancora buoni, a cui applicare uno sconto; l’utilizzo interno dei prodotti deperibili come ingredienti di cibi pronti.
Molte, infine, le catene che aderiscono alle campagne di recupero di alimenti destinati alle categorie più indigenti, come il Banco Alimentare, che ogni anno dona oltre 1 milione di pasti. Molti supermercati sostengono inoltre i progetti di ridistribuzione delle eccedenze a livello locale, senza considerare l’adesione a Too Good To Go, la app che unisce consumatori, ristoratori e produttori nella lotta allo spreco, con grande vantaggio per tutti.
Tutte iniziative, queste, che dovranno essere accompagnate da programmi di educazione, da attuarsi nelle scuole, per sensibilizzare le nuove generazioni ad un’alimentazione sana, equilibrata, consapevole e rispettosa dell’ambiente.
Foto di Manfred Richter da Pixabay