In un momento storico come il nostro dove ecologia e ambiente sono due parole continuamente abusate, altrettanto utili per vincere le elezioni o per piazzare nuovi prodotti sul mercato, il libro di Jesse H. Ausubel è davvero una ventata d’aria fresca.
La liberazione dell’ambiente, pubblicato da Di Renzo Editore nella serie I Dialoghi, è una lettura piacevole che ci aiuta a centrare nella loro giusta dimensione i problemi ambientali del nostro tempo, correggendo gli stereotipi e le false nozioni così diffuse nell’informazione frenetica di oggi.
Da un lato Ausubel – attivo già dalla fine degli anni ’70 presso istituzioni e programmi di ricerca ambientale in tutto il mondo – distrugge alcune importanti certezze: il riscaldamento globale non è il solo “capro espiatorio” di tutti i disastri climatici, la riduzione delle emissioni di CO2 non è la panacea di tutti i mali del pianeta, ecc. ecc.
Dall’altro però ci apre, con contagioso entusiasmo, a scenari nuovi e – per i comuni mortali – del tutto impensati. L’ecologia industriale, la dematerializzazione, l’agricoltura di precisione: sono queste le chiavi per intervenire in maniera efficace sull’ambiente.
La ricetta di Ausubel è semplice: se vogliamo riparare ai nostri danni, dobbiamo consentire alla natura di riprendersi i propri spazi, permettere alle foreste di ricrescere, ai pesci di riprodursi.
L’ambiente deve, cioè, liberarsi da noi, verso un modello più razionale e responsabile di interazione con il pianeta dove continueremo, si spera, a vivere per generazioni e generazioni.