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Nobel, un premio alla storia dell’Universo

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La metà del premio Nobel per la fisica di quest’anno è stata condivisa da due scienziati svizzeri per la scoperta, nell’ormai lontano 1995, del primo esopianeta: un pianeta simile alla Terra in orbita intorno ad una stella come il Sole, che potrebbe presentare caratteristiche compatibili con l’esistenza della vita, nelle forme da noi conosciute. Si tratta di una scoperta molto interessante, che ha aperto una nuova branca dell’astronomia e che è divenuta di particolare attualità nel dibattito sull’impatto ambientale del progresso, sui mutamenti climatici e sul futuro incerto del nostro pianeta.

L’altra metà è invece andata – tutta – al fisico canadese James Peebles per le sue scoperte teoriche nel campo della fisica cosmologica. Un ambito, per i non addetti ai lavori, un po’ meno interessante, e di certo non una novità, rispetto al fascino da film di fantascienza che accompagna gli ormai 4.000 esopianeti scoperti nella Via Lattea.

Tuttavia, le ricerche di Peebles sono fondamentali per comprendere la storia del cosmo. Attraverso le sue ricerche, lo scienziato canadese ha tracciato la storia del nostro universo dal Big Bang a oggi, descrivendone l’evoluzione da entità calda e compatta a oggetto freddo in espansione. Peebles ha letto e interpretato ciò che resta del Big Bang – la radiazione cosmica di fondo – per comprendere la struttura dell’Universo, la distribuzione della materia visibile e di quella “oscura”, dell’energia e della gravità. Grazie al suo lavoro, oggi sappiamo che la materia conosciuta è solo il 5% di quella che compone l’Universo. Il resto è ignota e invisibile, e la sua esistenza, intorno alle galassie, è svelata solo dal suo modo di influenzare la gravità. Peebles ha quindi rinsaldato alcune delle nostre conoscenze scientifiche, ponendo al tempo stesso alla fisica una delle sue sfide più difficili e importanti.

Chi la risolverà potrà forse ambire a un futuro Premio Nobel, magari insieme a chi riuscirà a risolvere l’altro grande mistero che circonda il nostra Universo: cosa c’era prima. Prima dell’inflazione, il nostro Universo era davvero in contrazione? Ad Harvard c’è chi è convinto che l’Universo attuale sia dovuto a un’espansione seguita alla contrazione dell’universo primordiale. La ragione sarà, naturalmente, di chi riuscirà ad elaborare il modello che riesca a conciliare tutte le teorie, descrivendo correttamente il nostro Universo attuale.

Stephen Hawking sosteneva che non ha senso parlare di un “prima” nella storia dell’Universo “perché il tempo è sempre stato presente” sebbene in maniera non misurabile con i nostri sistemi. Godiamoci allora i quasi 14 miliardi di storia che Peebles ha contribuito a chiarire, in attesa che qualcuno misuri quegli eventi “indefiniti” proprio perché impossibili da misurare.