Serie TV tratte dai libri

Libri e serie TV, il matrimonio del secolo

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Le serie TV sono il grande fenomeno del momento: che siano in chiaro o sulla Pay TV, da aspettare settimanalmente con un appuntamento fisso o da divorare in 24 ore sulle piattaforme online, nessuno può più farne a meno.

Un tempo cenerentole della produzione cinematografica e televisiva, generalmente popolate da attori di serie B, quasi sempre poliziesche o per ragazzi, sono ora le protagoniste assolute della televisione del XXI secolo. E se prima venivano considerate un trampolino di lancio per interpreti e registi verso il grande schermo, sono prima diventate il paradiso degli artisti dimenticati e poi ricercatissime anche dalle grandi star. Persino Meryl Streep (con tutti i suoi Oscar) e Steven Spielberg (pur campione d’incassi) non hanno saputo resistere alla tentazione. E poi Martin Scorsese, Quentin Tarantino, Nicole Kidman, Kevin Spacey. George Clooney ha fatto addirittura dietrofront: dalla serie al cinema, poi di nuovo alla serie.

La grande fortuna delle serie TV è dovuta certamente anche alle nuove modalità di fruizione dei prodotti televisivi: in particolare l’on demand, che consente di vedere una puntata dopo l’altra senza aspettare una settimana intera. Sono nati così fenomeni preoccupanti, come il binge watching, ovvero guardare una serie televisiva tutta d’un fiato – secondo gli psicologi correlato alla depressione – ma anche un modo nuovo di godere del prodotto televisivo.

Le serie particolarmente amate possono essere viste e riviste (magari su tablet o smartphone) e l’immersione nelle vicende e nei personaggi è talmente totale che spesso i telespettatori vanno alla ricerca di altre prospettive da cui approcciare la storia.

Nascono reality ad hoc: uno su tutti Thronecast, programma che ha nutrito, per tutte le 8 stagioni, i fans de Il Trono di Spade con satire, critiche e previsioni. Quando però la serie è tratta da un libro (come è sempre il caso de Il Trono di Spade) molti fans si sono, forse loro malgrado, ritrovati in libreria.

In effetti, nella sua continua ricerca di storie da sceneggiare, gli autori di serie TV hanno letteralmente “saccheggiato” romanzi e film di successo (spesso a loro volta tratti da libri). Sono così diventate serie TV Nikita, Fargo, L’Esorcista, Psycho, ma anche Gomorra, Suburra, la serie de L’amica geniale.

Sceneggiatori e registi hanno continuato a sfruttare vecchie conoscenze – Philip K. Dick, ad esempio – senza esitare tuttavia a ricorrere ad autori “insospettabili”, come Margaret Atwood e i suoi Racconti dell’ancella.

Chi, però, pensa che la trasposizione televisiva o cinematografica dei libri sia per i pigri o per gli ignoranti, si sbaglia di grosso. Infatti il boom delle serie tratte dai libri sembra avere un effetto salutare sulle vendite in libreria. Secondo i dati, gli amanti delle serie TV sono infatti dei buoni lettori, anche se le due attività si relazionano in maniera inversamente proporzionali: chi legge più libri vede meno serie e viceversa.

Si tratta di un “matrimonio” già noto, molto radicato ad esempio nel mondo anglosassone, che ha una forte tradizione nella trasposizione dei propri classici per il piccolo schermo, anche la RAI degli anni ’50-60 non è stata da meno. Una “popolarizzazione” spesso criticata dai puristi, che però garantisce la diffusione della tradizione letteraria e che – vista l’impennata delle vendite in occasione delle messe in onda così come nei mesi immediatamente successivi – ci auguriamo prosegua nel tempo.

Abbandoniamoci al romanticismo, almeno per una volta: è bello pensare che chi ha tanto amato un personaggio della TV voglia sapere tutto di lui o di lei, e lo vada cercando, non in un rotocalco estivo o un programma trash, ma tra le pagine di un libro.