I danni dell’inquinamento sono ben noti a tutti: dalle malattie respiratorie al buco nell’ozono, dall’effetto serra alle piogge acide, siamo ormai più che consapevoli delle conseguenze che il crescente uso di combustibili fossili e agenti chimici possono avere sulla nostra vita.
I rischi sono naturalmente più elevati nelle grandi città, dove vive metà della popolazione. Nove persone su 10 respirano livelli pericolosi di aria inquinata; in tutto il mondo si contano non meno di 7 milioni di decessi l’anno.
Ma l’inquinamento può avere anche conseguenze davvero inattese: alcuni studi sembrerebbero infatti dimostrare che possa essere responsabile anche dell’aumentata incidenza dei crimini.
Uno studio americano che ha analizzato i dati raccolti in 9 anni in tutti gli Stati Uniti ha infatti identificato l’inquinamento come “cattivo presagio” di numerosi crimini violenti, inclusi omicidi, stupri, rapine, furti e aggressioni. E i dati statistici hanno evidenziato una proporzionalità diretta tra tassi d’inquinamento più alti e un maggior numero di crimini commessi. Anche uno studio inglese, condotto dall’Università di Londra, ha preso in esame due anni di criminalità nella capitale, giungendo praticamente alle stesse conclusioni.
Ovviamente, per ora è stato solo stabilito un collegamento, il che non significa necessariamente che vi sia una relazione di causa-effetto. Ma i ricercatori sono ancora al lavoro, in cerca di un nesso di causalità tra inquinamento e criminalità.
Uno studio molto interessante, ad esempio, ha confrontato alcune zone geografiche specifiche nell’arco di un certo intervallo di tempo. Alla base dello studio un’ipotesi plausibile: una nuvola di aria inquinata si muove gradualmente, a seconda della direzione del vento, portando l’inquinamento in diverse parti della città, in maniera casuale. I ricercatori hanno quindi deciso di seguire le nubi di aria inquinata per un determinato periodo di tempo. La scoperta è stata più che interessante: il tasso di criminalità aumentava proprio là dove arrivava la nube di aria inquinata.
Che l’inquinamento possa avere effetti non solo sulla nostra salute fisica, ma anche sul nostro comportamento può sembrare un pensiero davvero bizzarro. Eppure, a pensarci bene, si tratta sempre di effetti sul nostro organismo che si riflettono poi sul nostro modo di agire.
Tanto per cominciare, l’aria inquinata è irrespirabile: la quantità di ossigeno a nostra disposizione è ridotta, il nostro sangue è meno ossigenato e il nostro cervello non è in grado di funzionare a pieno regime. Inoltre, può irritare naso e gola, provocando emicrania e mal di testa, con conseguenze negative sulla nostra capacità di concentrazione e sul nostro auto-controllo.
Uno studio del 2016 ha addirittura dimostrato che nei giorni di forte inquinamento dell’aria, gli studenti israeliani che dovevano sostenere più esami in successione sono stati bocciati con un incidenza maggiore rispetto a quelli che avevano sostenuto gli stessi esami in giornate i cui i livelli d’inquinamento registrarti erano più bassi.
L’unica soluzione per sfuggire a queste influenze negative è monitorare l’inquinamento, rinunciando a spostamenti ed ad attività all’aria aperta nei giorni in cui l’aria è irrespirabile. Possiamo stare certi però che questo interessante dato verrà letto anche in chiave opposta: l’inquinamento potrebbe diventare un’attenuante per i crimini più nefandi. Quanto dovremo aspettare per vedere, nelle aule di tribunale, avvocati spregiudicati chiedere l’assoluzione a suon di statistiche ambientali? Non per infermità mentale, ma per “eccesso di CO2”.