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Cosa rende felici i nostri bambini?

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Cosa fa felici i nostri figli? Il tempo che passiamo con loro, ovviamente. A fare cosa? Secondo un’indagine commissionata da una celebre azienda di cioccolato al latte, la risposta a questa domanda è una questione culturale.

Ai ragazzi tedeschi, ad esempio, piace fare colazione con i propri genitori, mentre quelli russi vogliono avere mamma e papà che fanno il tifo per loro durante una gara sportiva. Gli inglesi vogliono guardare con loro il proprio film preferito, mentre i nostri ragazzi sono particolarmente contenti se i genitori li vanno a prendere a scuola.

L’indagine ha rilevato che i genitori moderni sono in realtà molto legati ai propri figli e sono in grado di passare con loro piccoli momenti di quotidianità che contano molto per i ragazzi. È emerso anche che i figli sono mediamente felici, nonostante i genitori si sentano in colpa per non avere sufficiente tempo a disposizione per fare più cose con loro.

Tempo di qualità
Come aiutare i bambini ad essere felici e superare il divorzio dei genitori

L’indagine non fa distinzione tra ragazzi che vivono ancora in famiglie unite e i figli di coppie divorziate, eppure proprio un “tempo di qualità” è quello che viene raccomandato ai quei genitori che non vivono più con i propri figli e che li vedono solo nei week end o poche volte durante la settimana.

Lo psichiatra statunitense Melvin G. Goldzband si è occupato principalmente di ragazzi che hanno subito il trauma di vedere i propri genitori divorziati, e la sua raccomandazione ai genitori è proprio di mettere i figli al primo posto cercando di sfruttare al meglio il tempo che si può passare con loro.

Ovviamente il concetto di qualità, così soggettivo persino tra individui adulti, lo è ancor di più quando si confrontano adulti e bambini. Ci sono genitori che pensano di fare il meglio per i propri figli portandoli fuori nel week end, coprendoli di regali oppure organizzando per loro attività insolite o avventurose.

Eppure per il bambino nulla di tutto questo potrebbe essere importante. Goldzband racconta di bambini che hanno considerato come un momento felice quello passato con il genitore che teneva loro la mano sulla fronte mentre vomitavano nel water.

Goldzband insiste anzi sulla semplicità dei momenti trascorsi insieme. Non serve andare al ristorante o al fast food; basta stare tutti insieme intorno al tavolo. Non bisogna per forza andare al cinema, o in piscina, o al mare; basta guardare tutti insieme un film sul divano di casa, passeggiare in città, leggere un libro.

Goldzband sa bene che i genitori che divorziano non fanno mai soffrire di proposito i propri figli. Ma sa anche che, durante la battaglia per l’affidamento, si agisce spesso senza riflettere, rischiando così di causare ai figli gravi danni, magari solo per risentimento verso il partner. E ricorda che il danno che si fa ai propri figli si fa anche a se stessi perché si mette in pericolo il proprio rapporto con loro. Le conseguenze non saranno evidenti se non fino a molti anni a venire.

Ai genitori divorziati dice allora: ascoltate i vostri figli. Non portate continuamente i vostri figli in vacanza per superare il coniuge se in quella vacanza li lascerete per tutto il tempo al baby club. Non li portate a cena fuori per dimostrare che per loro non badate a spese se poi c’è sempre qualche estraneo tra voi. Sedetevi con loro, parlate, giocate, condividete piccoli momenti di quotidianità. Siate presenti nei momenti importanti per loro: la malattia, i successi scolastici o sportivi, le difficoltà di socializzazione.

Non esiste il genitore perfetto, lo dicono tutti – psicoterapeuti, pedagoghi, insegnanti. E tanto meno sarà perfetto il genitore che crea intorno al proprio figlio un clima di tensione, di rivalsa, di sfida. I genitori divorziati dovrebbero vedere il proprio rapporto rispetto ai figli non come a una gara ma come una collaborazione tra “soci”, per la riuscita delle più impegnativa delle imprese: allevare un bambino e farne un adulto capace e responsabile. Ma soprattutto sereno e ottimista.

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