In principio fu Miss Marple: un’adorabile zitella con la passione per la maglia e il vizio di ficcare il naso negli affari degli altri. Osservatrice attenta e scaltra, la simpatica vecchietta riesce a risolvere i crimini più efferati azzardando parallelismi con amici e conoscenze che hanno attraversato la sua lunga vita.
Miss Marple è senza dubbio la più celebre tra i detective in gonnella ma non la sola, e nemmeno la prima. Basta andare su Wikipedia e vedrete che la lista è lunga, seppur in alcuni tratti un po’ azzardata.
Non sorprende invece il fatto che le prime investigatrici siano apparse nella letteratura proprio in epoca vittoriana, trascurate controparti del più celebre Sherlock Holmes. Infatti, non potendo entrare in polizia come i colleghi maschi, molte donne si dedicavano a risolvere misteri, finendo inevitabilmente nei romanzi di fiction.
Troppo presto per parlare già di emancipazione, però. Le protagoniste create dalla penna dei romanzieri vittoriani sono, infatti, tutte signorine “per bene”, costrette ad indagare dalle circostanze o dalla necessità. E quando la situazione eccezionale che le ha spinte laddove solo gli uomini osano avventurarsi giunge al termine, sono costrette a rientrare nella normalità del focolare domestico. Lontane dall’aura di venerazione che circonda il detective più famoso del mondo, sono spesso le narratrici delle proprie storie, in lettere o diari, forme di scrittura personali che gli autori – maschi – che le hanno create ritenevano più emotivamente adatte all’espressione al femminile.
Da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata, ma quello del detective è rimasto a lungo un mestiere non facile per le donne, con tanti miti da sfatare e pregiudizi da superare: ancora negli anni Ottanta, c’era chi doveva inventarsi un misterioso e imperscrutabile capo di sesso maschile cui attribuire le proprie brillanti intuizioni, nascosta dietro lo stereotipo della segretaria efficiente.
Nel XXI secolo, qualcosa è finalmente cambiato e per le donne detective, in privato o nelle forze di polizia, è arrivata la tanto agognata emancipazione letteraria. Kay Scarpetta, Rebecka Martinsson, Erica Falck, Vera Stanhope. Donne che indagano create da donne che scrivono, per riequilibrare la “quota rosa” anche nel mondo delle crime story.
Si potrebbe dire che il giallo è diventato un po’ più rosa, ma è vero anche il contrario. Nel 2011 la regina della crime fiction, P.D. James ha trasformato la più indipendente delle eroine della letteratura al femminile, Elisabeth Bennet, in un’investigatrice improvvisata ma fortunata, proprio come le eroine vittoriane. Personaggi che non sembrano avere nulla in comune se non per il fatto di essere donne. E scusate se è poco…