Il DNA di Leonardo Da Vinci

Craccare il Codice da Vinci. Incontro con lo scienziato che sta mappando il DNA di Leonardo da Vinci

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Il mistero che aleggia attorno a Leonardo da Vinci ha catturato il mondo dell’arte, dal bestseller di Dan Brown “Il codice da Vinci” alle molte teorie sull’identità della “Monna Lisa”. (Era la madre di Leonardo? Soffriva di sifilide? Cosa si nasconde dietro il suo sorriso?)

Adesso, lo scienziato Jesse H. Ausubel, direttore del Programma di Sviluppo umano per la Rockefeller University di New York, ha deciso di risolvere uno dei tanti misteri di Leonardo da Vinci al quale nessuno finora aveva pensato: sequenziare il suo DNA.

“Credo che Leonardo da Vinci, con la sua passione per i rebus e i puzzle, sarebbe contento di un nostro successo; dobbiamo riuscirci”, afferma Ausubel al giornale “Octavian Report”, che recentemente ha intervistato lo scienziato sul questo progetto, annunciato per la prima volta nel 2016.

Una tecnologia analoga è già stata impiegata per analizzare il DNA dell’uomo di Neanderthal, provando che molti degli uomini moderni discendono per almeno il 2% da specie che si sono estinte 20.000 anni fa. Altre figure storiche, come Cristoforo Colombo e Riccardo III d’Inghilterra, hanno subito lo stesso trattamento di sequenziazione del DNA.

Il processo scientifico utilizzato risale a 10 anni fa. “Oggi è sufficiente un piccolo campione di DNA”, dichiara Ausubel. “Negli ultimi decenni siamo diventati molto bravi a lavorare su quello che si chiama un singolo genoma, letteralmente una singola cellula, o addirittura una parte di cellula nel caso del mitocondrio, anche se danneggiata”.

L’avanzamento della tecnica ha reso tutto ciò possibile. Sequenziare il primo genoma umano è costato 2 miliardi di dollari, ma adesso si può fare con appena 10.000 dollari.

Trovare il campione da utilizzare è forse la parte più stimolante dell’operazione. Ausubel vorrebbe prelevarlo dalla tomba dell’artista, ma il corpo di Leonardo – conservato a St. Amboise in Francia – è stato spostato ben due volte dalla sua morte, nel 1519. C’è quindi il rischio che il DNA così ottenuto sia deteriorato.

Tuttavia, c’è un modo per saperlo: confrontando le ossa di Leonardo con quelle del padre e del fratellastro conservate nella Badia Fiorentina. “Se il DNA dei parenti risultasse affine a quello di Amboise”, afferma Ausubel, “sarebbe un risultato incoraggiante”.

Se invece la prova fallisse, si potrebbe comunque ricorrere ai suoi famosi quaderni. “Ha scritto su quasi ogni centimetro quadrato dei fogli e, quindi, deve averli maneggiati molto. Le cellule della pelle possono esservi rimaste attaccate, come forse anche il sangue o la saliva”, prosegue Ausubel. “Siamo ottimisti circa la possibilità di trovare il suo DNA sulle pagine dei quaderni”.

Sequenziare il DNA di Leonardo è molto più che una sfida intrigante: Ausubel punta a dimostrare come la vista particolarmente acuta dell’artista fosse una caratteristica genetica, lasciando intendere che un giorno sarà anche possibile replicarla, insieme ad altri tratti.

Individuando il genoma di Leonardo, i ricercatori saranno anche in grado di identificare altre sue opere, attraverso le tracce genetiche da lui lasciate sui dipinti. È una possibilità che aiuterebbe a migliorare le procedure di autenticazione, di qualsiasi dipinto. “Autenticare con il DNA è un’opportunità che andrebbe seriamente valutata”, aggiunge Ausubel.

Sfortunatamente, malgrado il progresso tecnologico e i costi più contenuti, si tratta di qualcosa che richiede tempo. In una email ad “Artnet News”, Ausubel ammette che sarà difficile dire quanto tempo ci vorrà a sequenziare il codice genetico dell’artista: “Nel 2019 sarà il 500esimo anniversario della morte di Leonardo e quindi stiamo lavorando per avere qualcosa da esporre al pubblico per quella data, più probabilmente per la fine del 2019”.

Fonte: Artnet News, Sarah Cascone