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Dal barbiere a farsi belli con i libri, chi l’ha detto che non si può?

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Vi siete mai chiesti cosa ci abbia invogliati a leggere il primo libro quando eravamo ancora bambini? Magari l’ambiente scolastico, con quel maestro che non dimenticheremo mai, o la biblioteca di famiglia, da sbirciare in punta di piedi e da esplorare con qualcuno di veramente amato. A guardarci indietro, di sicuro torneremo con la mente a uno stimolo esterno ben preciso, pensando che è da lì, che tutto è cominciato.

Ma che succede quando non si hanno punti di riferimento? Alvin Irby – educatore e autore americano – si è posto il problema e ha trovato anche una soluzione, illustrando in un cosiddetto TED Talk, le difficoltà incontrate da molti bambini neri e domandandosi che tipo di esperienze di lettura avremmo dovuto garantire, per favorire un accesso paritario e qualitativamente migliore.

Secondo il Dipartimento dell’Istruzione degli Stati Uniti infatti, oltre l’85% dei ragazzi neri di quarta elementare non possiede una buona conoscenza della lettura. Senza considerare che – stando ai dati della ricerca di APM reports – solamente il due per cento degli insegnanti delle scuole pubbliche è di colore.

Per non parlare del fatto che, ad allontanare ulteriormente i giovani neri dalla lettura, ci si mette anche la penuria di autori con i quali poter condividere lo stesso orizzonte culturale. Analisi recenti hanno infatti confermato che neri, latini e nativi, costituivano solamente il sette per cento degli scrittori pubblicati nel 2017.

Fondatore e principale ispiratore del progetto Barbershop Books, Alvin Irby ha ideato un programma di alfabetizzazione senza scopo di lucro che crea spazi di lettura a misura di bambino nei negozi dei barbieri e fornisce agli alunni una formazione iniziale attraverso le prime, fondamentali, esperienze di vicinanza.

L’iniziativa – che gli è valsa il premio “Innovations in Reading” della National Book Foundation 2017 – sfrutta l’importanza culturale della figura del barbiere nelle comunità nere, ed è riuscita nell’intento di incrementare l’accesso ai libri da parte dei bambini, prolungando la pratica extrascolastica.

Secondo il programma del Barbershop Books, tra i fattori chiave che incidono negativamente, ci sarebbero un accesso limitato al materiale di lettura – che risulta inappropriato e poco attrattivo – la scarsità di educatori culturalmente competenti, nonché l’inadeguatezza delle linee di apprendimento delle istituzioni scolastiche e la mancanza più generalizzata di autentici mentori all’interno della comunità, che possano accompagnare i ragazzi nei loro primi passi.

Cosa puoi fare mentre aspetti per un taglio di capelli? Ebbene, puoi leggere un libro! L’idea del Barbershop Books è senza dubbio geniale. In questo caso parliamo di testi divertenti, colorati e adatti alla giovane età, ma convinti come siamo dell’immenso potere di circolazione e contagio dei libri, non ci dispiacerebbe saperne qualcuno anche nei nostri coiffeur, magari al posto dei rotocalchi e delle riviste di gossip.