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Viaggiare nel tempo, cosa dice la scienza

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La possibilità di viaggiare nel tempo ha affascinato tutte le epoche ed è un classico di cinema e letteratura. Ma che si tratti di un romanzo o di un film, il lettore e lo spettatore si trova sempre di fronte allo stesso dilemma: come è possibile che i protagonisti possano influenzare gli eventi passati? E se il passato cambia, cosa ne sarà di loro una volta rientrati nel proprio presente? Il rapporto tra passato, presente e futuro nei viaggi nel tempo è sempre stato difficile da argomentare, e la scienza non ha avuto meno difficoltà della fantasia.

Il fisico russo Igor D. Il ritmo del tempo ha tentato di risolvere la questione, cercando una spiegazione al paradosso del nonno: se il nipote uccide il nonno prima che sposi sua nonna e procreare, come fa ad esistere per tornare indietro nel tempo a commettere l’omicidio?

Novikov propone il principio di autoconsistenza, secondo il quale il passato è immutabile: un po’ come aveva previsto H.G. Wells – la cui fantasia ha più di una volta eguagliato la verità scientifica – facendo morire ogni volta per cause diverse quella fidanzata tanto amata che il protagonista è tornato a salvare.

Novikov ipotizza un anello temporale: qui gli eventi sono determinati insieme da passato e futuro. Quest’ultimo non potrà impedire dunque un evento passato, ma al massimo fare in modo che si verifichi. Come avviene in un film di Harry Potter, in cui i protagonisti vengono salvati dai se stessi futuri, che pure già avevano vissuto l’evento nel medesimo modo senza sapere a chi essere debitori della propria salvezza.

Un’altra ipotesi per spiegare il paradosso è quella del multiverso, ovvero l’esistenza di universi che coesistono al di fuori dello spazio-tempo: le interferenze col passato produrrebbero quindi conseguenze solo in un universo parallelo. Già ipotizzata dalla filosofia, in particolare da Giordano Bruno, è sostenuta e confermata dalla meccanica quantistica, dalla teoria delle stringhe e dall’inflazione caotica, mentre David Gross e Paul Davies l’hanno rifiutata, in tutto o in parte.

Stephen Hawking ha ipotizzato che le leggi della fisica impediscano la nascita di curve temporali chiuse, e che esisterebbe una sorta di percorso deformato dello spazio-tempo che riporta verso il passato: per Hawking “è come se ci fosse un’Agenzia per il Controllo Cronologico” che tutela la sicurezza dei viaggiatori temporali nell’Universo.

Al di là delle problematiche teoriche e tecniche per viaggiare nel tempo, alcuni fisici suggeriscono un approccio più empirico. Avete mai incontrato un viaggiatore che viene dal futuro? Probabilmente no. A meno che non pensiate che il XXI secolo sia uno spazio-tempo così tanto noioso da visitare, forse Gross e Davies hanno ragione.

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