Il misterioso sfarfallio della luce della Stella di Tabby non può essere creato da un grande oggetto massiccio, come dimostrano le nuove osservazioni.
La conclusione del mistero cosmico intorno alla stella KIC 8462852 – detta anche Stella di Tabby – è sempre più vicina. Una nuova ricerca pubblicata su The Astrophysical Journal il 1° ottobre mostra che i cambiamenti di luminosità della stella non possono essere interamente causati da un grande oggetto massiccio.
Questo ci permette di dimenticare l’ipotesi che la stella possa essere circondata da una colossale costruzione extraterrestre.
La stella di Tabby, che prende il nome dalla sua esploratrice Tabetha Boyajian della Yale University della Louisiana, sta causando confusione tra gli astronomi e gli appassionati di astronomia dal settembre 2015.
A prima vista era una normale stella, lontana circa 1.500 anni luce. Tuttavia, le misurazioni effettuate tra il 2011 e il 2013 dal satellite americano Kepler hanno rilevato che la sua luminosità mostrava notevoli fluttuazioni, fino ad arrivare ad un quarto più debole del normale.
Ci sono molte stelle che mostrano variazioni di luminosità, ma queste tendono ad essere molto uniformi e prevedibili, mentre la stella di Tabby si comporta in modo piuttosto caotico: non solo mostra fluttuazioni di luminosità a periodi di giorni, ma anche su scale temporali di qualche anno la sua luminosità aumenta e diminuisce leggermente.
Questo complesso comportamento non facilita affatto la ricerca di una affermazione esauriente. Decine di pubblicazioni specializzate sono già state dedicate a questa stella unica, ma l’enigma non è ancora stato risolto.
Idea fantascientifica
Come si addice a un buon mistero, negli ultimi anni sono stati esaminati diversi “sospetti”. Il suggerimento più notevole è stato che lo strano comportamento luminoso della stella di Tabby è causato da una sfera di Dyson – una costruzione artificiale composta da pannelli solari che circondano tutta la stella. Questa idea fantascientifica prende il nome dalla persona che l’ha pensata, il fisico Freeman Dyson.
Nel 1959 Dyson pubblicò un articolo dal titolo “Ricerca di sorgenti stellari artificiali di radiazione infrarossa” dove ipotizzava che delle società tecnologicamente avanzate potessero circondare la propria stella per poter catturare energia.
Osservatori amatoriali
I dati dei satelliti della NASA Spitzer e Swift, integrati dalle osservazioni degli osservatori amatoriali dell’AstroLAB IRIS, un osservatorio popolare nel villaggio fiammingo di Zillebeke, pongono fine all’ipotesi della sfera di Dyson.
Essi mostrano che la luminosità della stella di Tabby diminuisce bruscamente nell’infrarosso e meno nell’ultravioletto. Una grande struttura, più o meno solida dovrebbe catturare la luce a tutte le lunghezze d’onda. L’ effetto dipendente dalla lunghezza d’onda può essere spiegato solo se c’è una nube allungata o un anello irregolare di particelle microscopiche che ruotano intorno alla stella.
Tale nube di polvere potrebbe in ogni caso spiegare i cambiamenti più graduali nella luminosità della stella di Tabby. Tuttavia, per i “cali di luminosità” più brevi della stella, osservati all’inizio di quest’ anno, ciò non offre una soluzione.
I forti cali di luminosità registrati qualche anno fa con il satellite Kepler richiedono ancora un’interpretazione approfondita.
Esistono altre ipotesi più o meno accettabili. Una delle possibilità è che esista uno sciame di centinaia di comete gira intorno alla stella di Tabby, formando in questo modo un anello e una nube di polvere.
È anche concepibile che la stella abbia attirato un pianeta verso di se e lo abbia sbriciolato, oppure le variazioni di luminosità a breve termine sono causate da macchie fredde e scure sulla superficie della stella stessa – come delle gigantesche macchie solari.
Tuttavia, queste e altre spiegazioni hanno le loro debolezze. Non vi è ancora un vero e proprio sospetto principale. Solo le osservazioni successive potranno porre fine a tutte le speculazioni che circondano la stella di Tabby.