Nevica forte e tutti in cortile sono in costume da bagno, ad una specie di festa: mamma, papà, il preside delle superiori, c’è persino un’ex fidanzata. E non è Elvis quello al buffet dei dolci?
I sogni sono così ricchi e hanno una sensazione così autentica che gli scienziati hanno per lungo tempo supposto che debbano avere uno scopo psicologico cruciale. Per Freud il sogno costituiva il parco giochi della mente inconscia; per Jung era il palcoscenico dove gli archetipi della psiche recitavano temi primitivi. Teorie più recenti sostengono che i sogni aiutino il cervello a consolidare ricordi emotivi o a elaborare problematiche attuali, come un divorzio o le frustrazioni lavorative.
Ma se lo scopo primario dei sogni non fosse affatto psicologico?
In un articolo pubblicato sulla rivista Nature Reviews Neuroscience, J. Allan Hobson, psichiatra di Harvard che da lungo tempo conduce ricerche sul sonno, sostiene che la funzione principale del sonno REM, nel quale si concentrano gran parte dei sogni, sia fisiologica. Il cervello scalda i suoi circuiti, anticipando le immagini, i suoni e le emozioni del risveglio.
“Ciò spiega molte cose, come il fatto che tanti sogni si dimenticano,” ha detto Hobson in un’intervista. “È come andare a correre; il corpo non si ricorda di tutti i passi, ma sa di aver fatto esercizio. È stato messo a punto. Qui l’idea è la stessa: i sogni sono una messa a punto della mente per la conoscenza cosciente.”
Attingendo a studi propri e di altri, Hobson sostiene che sognare è uno stato parallelo di coscienza in continuo funzionamento ma normalmente soppresso durante la veglia. L’idea è un evidente esempio di come la neuroscienza stia alterando le ipotesi sulle funzioni quotidiane (o notturne) del cervello.
“Gran pare di chi studia i sogni comincia da idee psicologiche predeterminate e cerca di adattare i sogni ad esse,” ha dichiarato Mark Mahowald, neurologo e direttore del programma sui disturbi del sonno del Hennepin County Medical Center di Minneapolis. “In questo nuovo studio mi piace il fatto che non si facciano ipotesi su cosa fa il sogno.”
Lo studio ha scatenato una serie di controversie e discussioni tra i freudiani, i terapisti e altri ricercatori, neuroscienziati. Il neurologo e fisiologo Rodolfo Llinás della New York University ha definito il ragionamento di Hobson “notevole” ma ha detto che non si tratta dell’unica interpretazione fisiologica dei sogni.
“Io sostengo che sognare non sia uno stato parallelo ma che sia esso stesso coscienza in assenza di input provenienti dai sensi,” dice Llinás, che ha spiegato il concetto nel suo libro I of the Vortex: From Neurons to Self (M.I.T., 2001). Una volta svegli, dice, il cervello di base rivisita le immagini dei sogni per farli corrispondere a ciò che vede, sente o prova – i sogni vengono cioè “corretti” dai sensi.
Queste nuove idee sul sogno sono in parte basate sulle nuove scoperte sul sonno REM. In termini evolutivi, il REM appare come uno sviluppo piuttosto recente; è rilevabile nell’uomo e in altri mammiferi a sangue caldo e negli uccelli. E gli studi suggeriscono che il REM faccia la sua comparsa molto presto nella vita – nel terzo trimestre per gli esseri umani, molto prima che un bambino in via di sviluppo abbia l’esperienza o l’immaginario necessario a riempire un sogno.
Negli studi gli scienziati hanno trovato la prova che l’attività REM aiuta il cervello a costruire delle connessioni neurali, in particolare nelle sue aree visive. Il feto in sviluppo può “vedere” qualcosa, in termini di attività cerebrale, molto prima che gli occhi si aprano – il cervello in sviluppo disegna modelli biologici innati di spazio e tempo, come una macchina di realtà virtuale interiore. I sogni intensi, nel senso comune del termine, arrivano dopo. Il loro contenuto, in questo contesto, è una sorta di primitivo test di ciò che ci aspetta quel giorno.
Questo non vuol dire che i sogni siano privi di significato. Chiunque ricordi un sogno vivido sa che a volte le strane scene notturne riflettono ansie e speranze reali: il giovane insegnante che si ritrova nudo al leggio; la neo mamma di fronte a una culla vuota, nel panico per la sua perdita immaginaria.
Ma si può leggere qualsiasi cosa nei sogni che si ricordano, e in genere è quello che si fa. In uno studio su più di 1.000 persone, i ricercatori delle università Carnegie Mellon e Harvard hanno riscontrato forti pregiudizi nelle interpretazioni dei sogni. Ad esempio, i partecipanti tendevano ad attribuire un significato negativo ad un sogno che riguardava qualcuno che trovavano antipatico, e positivo se riguardava un amico.
In effetti, i ricercatori ritengono che solo il 20% dei sogni contenga persone o luoghi che il sognatore ha effettivamente incontrato. Gran parte delle immagini appare essere unica per quel singolo sogno.
Gli scienziati lo sanno perché ci sono persone che hanno la capacità di vedere i propri sogni da osservatori, senza svegliarsi. Questo stato di coscienza, chiamato sogno lucido, è esso stesso un mistero – e costituisce la base della New Age e dell’antica mistica. Ma si tratta di un fenomeno reale, nel quale Hobson trova un forte sostegno per la sua tesi sui sogni come riscaldamento prima del risveglio.
In una dozzina di studi, i ricercatori hanno portato le persone in laboratorio e le hanno addestrate a sognare in maniera lucida. Si può fare con una serie di tecniche, inclusa l’auto-suggestione nel momento in cui la testa tocca il cuscino (“Sarò vigile mentre sogno; starò ad osservare”) e insegnando segnali spia del sogno (gli interruttori della luce non funzionano; la levitazione è possibile; spesso è impossibile gridare).
Il sogno lucido si verifica durante uno stato misto di coscienza, dicono gli studiosi del sonno – una pesante dose di REM con sprazzi di coscienza vigile. “È solo un tipo di stato misto, in realtà ce ne sono diversi,” dice Mahowald. Il sonnambulismo e il terrore notturno, dice, rappresentano miscele di attivazione muscolare e sonno non REM. Gli attacchi di narcolessia riflettono una violazione del REM nella normale veglia diurna.
Nello studio pubblicato sulla rivista Sleep, Ursula Voss dell’Università J. W. Goethe di Francoforte ha diretto un team che ha analizzato le onde cerebrali durante il sonno REM, la veglia e il sogno lucido. Ha scoperto che il sogno lucido aveva elementi di sonno REM e veglia – soprattutto nelle aree frontali del cervello, che sono tranquille durante la normale attività del sogno. Hobson era il co-autore dell’articolo.
“Si vede questo cervello diviso in azione,” ha detto. “Questo mi dice che esistono due sistemi, e che di fatto possono funzionare contemporaneamente.”
I ricercatori devono fare ancora molta strada prima di poter confermare o rafforzare questa ipotesi. Ma i risultati potrebbero andare ben oltre la profonda comprensione del cervello che dorme. Le persone che combattono con la schizofrenia soffrono di allucinazioni di origine sconosciuta. Hobson suggerisce che questi voli dell’immaginazione possano essere correlati a un’anomala attivazione della coscienza che sogna. “Fate svegliare il sognatore e vedrete la psicosi,” diceva Jung.
Anche per tutti gli altri, l’idea che i sogni siano una sorta di sound check del cervello può essere confortante. Quel sogno infausto di gente radunata sul prato per qualche strana festa? Probabilmente non significa nulla.
Non c’è motivo di urlare, se anche fosse possibile.