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L’eterno fascino del denaro, Facebook pensa a Global Coin

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La moneta di Facebook è in arrivo: stando alle voci, entro il 2020, Zuckerberg & Co. finalizzeranno il progetto di una criptovaluta da spendere su Facebook, WhatsApp e Instagram. Si tratterebbe della prima valuta davvero globale – si chiama infatti Global Coin – e renderebbe gli scambi di denaro a livello mondiale assai più facili, “come mandarsi foto col telefonino”. Più vicina a PayPal che al bitcoin, la nuova moneta virtuale sarebbe associata al valore del dollaro, per evitare pericolose fluttuazioni, e il suo uso sarebbe aperto a tutti, anche a chi non ha un conto in banca.

Zuckerberg ce la sta mettendo tutta per sviluppare qualcosa di nuovo: ha arruolato l’ex amministratore di PayPal; ha incontrato i dirigenti di Visa, MasterCard e MoneyGram; ha avuto colloqui con il governatore della banca d’Inghilterra; si è persino “abbassato” a collaborare con i fratelli Winklevoss.

Verso un' economia globale
Il libro dell’economista economista statunitense

I soliti critici hanno sottolineato che il progetto non è nuovo – e che rischia di somigliare davvero troppo a PayPal. Inoltre l’età anagrafica ormai elevata degli utenti di Facebook rischia di trasformarlo in un fallimento: troppo pochi quelli sotto i 30 anni che hanno dimestichezza con le criptovalute e quindi troppo basso il volume di scambi che potrebbero generare. Ciò nonostante la rete è in fibrillazione e le voci sui prossimi sviluppi si rincorrono.

In totale controtendenza, la Banca Nazionale Svizzera ha appena coniato una nuova banconota da 1.000 franchi, circa 880 euro. La sua introduzione va anche contro il trend, ormai diffuso, di ritirare le banconote di grosso taglio. Quella svizzera è una delle poche ancora in circolazione e i giorni del suo declino – global coin o no – sembrano ancora molto lontani.

La passione degli svizzeri per il denaro contante è una questione culturale, ha dichiarato un dirigente della Banca Nazionale Svizzera. La nuova banconota è stata voluta dai cittadini: viene molto usata per acquisti di grosso valore, per pagare le bollette alla posta, per mettere da parte qualche soldo.

In Svizzera, infatti, i contanti restano il metodo di pagamento prediletto e a dispetto di un’economia sempre più digitale – con l’uso ormai senza limiti di carte di credito e bancomat – si presume che tutti abbiano sempre contanti in tasca. Nessuno si scompone se si paga un caffè con 100 franchi, il plafond giornaliero dei bancomat è molto elevato (quasi 5.000 euro!) e c’è chi paga in contanti anche grossi acquisti, ad esempio un’automobile.

Secondo un’indagine recente almeno il 70% delle transazioni del Paese verrebbero fatte in contanti. Le carte di credito non arrivano al 5%. Le app e le contactless, un fallimento. Sarà perché sono ricchi? ci verrebbe da pensare. In effetti anche i tedeschi hanno un po’ la mania della cartamoneta, ma non gli svedesi o gli olandesi che invece partecipano al trend globale di pagamenti elettronici e virtuali.

Ma perché agli svizzeri piacciono così tanto i contanti? Le ragioni sembrerebbero piuttosto semplici. Per cominciare sono il mezzo migliore per tenere traccia delle proprie spese. In secondo luogo, sono il mezzo per evitare le incertezze legate ai tassi d’interesse. Terzo, gli svizzeri si identificano con il denaro contante perché storicamente si vedono diversi dal resto dell’Europa. Ma soprattutto, l’uso di contanti li fa rende più anonimi, meno controllati, più liberi, in linea con quegli ideali che li hanno resi indipendenti e neutrali sin dal Medioevo.

Per questo, nonostante una lieve controtendenza – con l’uso di carte e app da parte delle giovani generazioni – e dati che dimostrano che le banconote di grosso taglio favoriscono la criminalità e l’evasione fiscale, per ora il desiderio di anonimato e di libertà degli svizzeri sembra prevalere.

Le startup di criptovaluta e blockchain sono in aumento anche qui, con forti investimenti soprattutto nel 2018, ma il portafoglio resta un accessorio di gran moda. Preferibilmente bello pieno.