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Il matrimonio è un sistema complesso

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Prima o poi tutti dovremo risolvere un sistema complesso senza saperlo. Il pranzo del matrimonio!

Forse fino a pochi giorni fa, solamente gli addetti ai lavori, i matematici e i fisici, sapevano cosa fosse un sistema complesso e cosa fosse la complessità.

La vittoria del premio Nobel da parte di Giorgio Parisi, ha fatto conoscere alla massa questa parola, ma poi cosa si intenda veramente per sistemi complessi, nessuno ancora è riuscito a capirlo.

Ma cosa c’entra il pranzo del matrimonio con Giorgio Parisi e i sistemi complessi? Il neo premio Nobel, spesso usa un esempio molto semplice per spiegare un sistema, a suo dire neanche tanto complesso, che secondo me, può far finire un matrimonio ancora prima della cerimonia.

Avere al pranzo del matrimonio Zia Evelina e Zia Paoletta, senza che queste si incontrino o si trovino allo stesso tavolo con il cugino Francesco, la nipote Abelarda e la cugina dello zio del nipote di Mario, penso sia la cosa più ardua che un essere umano possa affrontare.

Ecco allora che si inizia a cercare di distribuire nei tavoli le persone che sappiamo sopportarsi e andare d’accordo, per non ritrovarci in una rissa stile far west dove il cameriere viene lanciato sul tavolo vicino.

Quindi le persone che non si sopportano non devono sedere allo stesso tavolo, i tavoli delle persone che non si sopportano non devono essere troppo vicini e, per non far parlare male nessuno, i tavoli dovranno essere disposti in modo che tutti gli invitati possano dare, ogni tanto, uno sguardo al tavolo degli sposi.

Ma poi perché? Gli sposi sono sempre quelli, prima tutti belli e dopo un paio d’ore, distrutti dalla giornata e speranzosi di andare via il prima possibile, per togliersi quelle scarpe bellissime ma che non danno via di scampo all’alluce valgo.

Il sistema complesso è proprio questo, saper distribuire le persone in una sala di 150 mq, quando ci dice bene, senza che nessuno possa restare ferito da eventuali tafferugli da Ultrà incalliti.

In un matrimonio normale di solito sono presenti almeno 100 invitati e parliamo di matrimoni con i parenti e amici più stretti, quelli più intimi a cui non possiamo proprio dire di no, altrimenti i sistemi complessi serviranno a ben poco, se vogliamo restare in vita almeno per altri 50 anni.

Quante combinazioni, quanti modi ci saranno per mettere tutti d’accordo senza essere linciati da nonna Enrichetta, pronta a tirare fuori l’ascia di guerra, seppellita anni fa dopo il battesimo di Marinella?

In una recente intervista a Propaganda Live, il fisico Giorgio Parisi, ha fatto un esempio di una tavolata di soli 12 invitati.

Ecco, con dodici invitati, il premio Nobel ha calcolato che esistono 10 miliardi di possibilità per ottenere una sistemazione non del tutto ottimale, cioè una soluzione non definitiva ma che potrebbe accontentare un po’ tutti. Per una soluzione non del tutto ottimale: 10 miliardi di possibilità!

Secondo voi, possiamo dire che organizzare il pranzo di matrimonio sia un sistema complesso? Le soluzioni possono essere tantissime, troppe, e questo potrebbe portare all’estrema soluzione, quella di sposarsi in gran segreto e partire di notte per un lungo viaggio senza far mai più ritorno.

Foto di Free-Photos da Pixabay