Pensiero e Vita, a lezione dal Nolano

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Organizzato dall’Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraim, nella suggestiva sede del tempio maggiore del Collegio dei Maestri Venerabili dell’Umbria di Perugia, sabato 12 marzo, in occasione della tavola rotonda “Giordano Bruno e la cultura rosacrociana in Italia e in Europa” sono stati dibattuti alcuni temi che non trovano, da tempo, spazio nel dibattito filosofico. Le relazioni presentate nel corso dell’incontro, hanno cercato, attraverso la lettura dei testi di Giordano Bruno e la problematizzazione di questioni filosofiche di grande rilievo nella cultura del Rinascimento come dell’età moderna, di riaprire le domande poste dal tema della tavola rotonda. Ha preceduto gli interventi dei relatori, una interessante proiezione dal titolo “Io sono spirito e io sono anima…” prodotta e realizzata dalla R∴ Loggia Giordano Bruno, n.667 all’Oriente di Firenze.

Il Fr∴ Giancarlo Seri, Gran Hyerophante Gen∴ dell’A∴P∴R∴M∴M∴ ha aperto i lavori della giornata sottolineando il valore del tema oggetto di dibattito ma anche il ruolo che la cultura filosofica occupa all’interno del Rito di Memphis e Misraim. I presidenti delle due Associazioni che hanno collaborato all’organizzazione dell’evento, Fr∴ Rinaldo Tieri Associazione Filaleti e Roberto Momi Associazione Giordano Bruno, hanno sottolineato l’importanza di un dibattito da molto tempo disatteso e su cui, dal punto di vista della cultura del XVII secolo bisogna ritornare.

“Il soggiorno in Svizzera: l’incontro tra Bruno e i Rosacroce”, argomento di un testo pubblicato nel 2010 di cui è autore lo stesso relatore Guido Del Giudice, ha dato il via ai lavori. Il Dott. Del Giudice, originale pensatore e studioso di Bruno, in questi anni ha aperto molti percorsi di studio sul filosofo nolano, di cui ha tradotto testi inediti, su cui ha scritto importanti saggi. Le immagini, alcune inedite o sconosciute anche ad alcuni studiosi di Giordano Bruno, che hanno fatto da corredo alle analisi filosofiche e storiche con cui il relatore ha sviluppato l’argomento, hanno avuto il merito di rendere chiare alcune ipotesi sul rapporto tra il Nolano e la cultura rosacrociana; il legame tra Bruno e Raphael Egli di Frauenfeld in Turgonia; il peregrinare di Bruno in Svizzera come in Germania. E’ proprio in Svizzera, che Egli, teologo, studioso del canto spirituale, preparato da Scipione Lentolo ad accogliere molte tesi bruniane, e Bruno si incontreranno insieme a molti altri componenti del cenacolo di Zurigo che facevano capo ad Hainzel ed allo stesso Egli.

Nel corso del dibattito, successivo alle altre relazioni, Del Giudice ha confermato alcune differenze tra Bruno e i Rosacroce, a proposito dell’idea della prisca thelogia e la sapienza orientale dei magi di tipo caldaico-egizio a cui il filosofo di Nola resta saldamente ancorato e il cristianesimo millenaristico di stampo rosacrociano. Per ricostruire l’ambiente rosacrociano in Italia, soprattutto in centro Italia, il Prof. Marco Rocchi, dell’Università di Urbino, con la relazione “Santinelli e la presenza Rosacroce in centro Italia”, ha indagato sui rapporti tra Santinelli e molte altre personalità che appartenevano alla cultura alchemica ed ermetica in alcune città italiane, tra cui Napoli e Venezia.

Francesco Maria Santinelli era nato a Pesaro nel 1627 dove compì i suoi studi e da cui partì, dopo qualche anno, per andare a Roma al seguito della Regina Maria Cristina di Svezia di cui diventò Cameriere Maggiore. La vita del Santinelli fu molto movimentata: lo troviamo a Vienna, a Venezia dove nel 1666 pubblica con lo pseudonimo di Frà Marcantonio Crassellame Chinese la sua opera più importante la “Lux obnubilata”dedicata a Federico III re di Danimarca e Norvegia, mecenate di ermetisti ed alchimisti.

Alcune informazioni utili sui percorsi ermetici, alchemici e sull’appartenenza del Santinelli all’Ordine dei Rosacroce si può dedurre dal poema “Carlo V”che fu dedicato all’imperatore Leopoldo I°. L’opera è autobiografica come si può dedurre dal personaggio di Argio che “nacque in Oraspe” (anagramma di Pesaro) in cui l’autore dice esplicitamente , nel Canto I°, di appartenere all’Ordine dei Rosacroce. Nella comunicazione “Influenze bruniane sul movimento dei Rosacroce” volta alla ricerca del ruolo che Giordano Bruno ha avuto nella cultura rosacrociana, il Dr Roberto Momi, ha seguito alcuni percorsi che hanno affiancato i testi di Bruno alle idee espresse soprattutto nei manifesti rosacrociani da quella Confraternita che nel XVII° secolo agì in alcuni paesi europei tra cui l’Italia.

Ad una nuova visione del cosmo deve necessariamente corrispondere una nuova visione dell’uomo, con queste parole poste all’inizio della Cena delle ceneri, Bruno annuncia la nuova era fatta di ricerca e di deduzioni: la religione della mente subentra a quella della fede. Bruno filosofo ermetico porta a compimento l’ermetismo rinascimentale con una nuova visione di Dio e il mondo. Arte della memoria come tecnica per l’ars reminescendi e una iniziazione progressiva, conformemente a stati di consapevolezza.

Propagando queste idee nella sua peregrinazio europea attiva circoli e cenacoli che poi confluiranno nel movimento Rosacroce. Esaminando i manifesti rosacrociani si individuano echi delle teorie del Nolano soprattutto nella costante ricerca, attraverso la scienza e la filosofia, della verità e della giustizia, dei segreti della natura e di un sapere riformato. La relazione del Dr Claudio D’Antonio ci porta nel cuore della filosofia di Giordano Bruno. “Clavis Magna, tra matesi, filosofia e magia”questo l’affascinante percorso di una speculazione filosofica che fa riferimento a quell’arte del pensare che nel pensiero di Bruno è l’arte delle arti. Già da questa impostazione possiamo comprendere le ragioni per cui il filosofo riesce a dare al suo lavoro di ricerca il valore di scoperta.

La Clavis Magna è la grande chiave che non solo apre le porte dell’Intelligenza artificiale ma anche lo “scrigno” in cui possiamo trovare gli insegnamenti di Bruno. D’Antonio traduttore di alcune opere latine di Giordano Bruno, ha dedicato ai libri della Clavis Magna, ovvero il Sigillo dei Sigilli, un’attenzione particolare proprio per la complessità delle questioni filosofiche in esso contenute.

Importante per la nostra comprensione è stato proprio il passaggio che colloca lo strumento della conoscenza in Bruno, tra matesi, filosofia e magia. Fondamentale l’insegnamento che proviene dalla matesi perché rende possibile alla nostra mente le rappresentazioni astratte che formula a contatto con il sensibile. Ugualmente ha rilievo nei processi cognitivi la magia naturale che sa unire l’anima al corpo e contemplare la natura.