Un’opera di ricerca accurata e minuziosa, attraverso documenti ed epistolari, la descrizione di luoghi storici, interviste a colleghi e amici, conoscenti e collaboratori: Guglielmo Marconi viene descritto dalle parole della figlia Degna Marconi Paresce, nel volume, Marconi, mio padre. Ci racconta la vita di un genio che a soli vent’anni, nel 1894, aveva già inventato il telegrafo senza fili.
«La mia più grande difficoltà stava nel fatto che a me l’idea sembrava tanto elementare, tanto semplice e logica che non riuscivo a credere che nessun altro ci avesse pensato. … L’idea mi pareva così reale da non farmi rendere conto che ad altri la teoria sarebbe potuta apparire del tutto fantastica».
A lui si deve l’ingresso delle comunicazioni nell’era moderna, grazie all’appoggio iniziale del governo britannico: nel 1904 riuscì a far pervenire segnali radio oltre Atlantico. Nel 1909 ricevette il premio Nobel per la fisica. Visse più in Inghilterra che in Italia e, come cittadino del mondo, viaggiò molto, soprattutto negli Stati Uniti. «Uomo di due secoli e di due patrie» racconta con affetto l’Autrice, primogenita:
«Egli fu un aggregato di contrasti. Pazienza e incontrollabile ira, cortesia e durezza, timidezza e compiacimento per le adulazioni, dedizione, indifferenza e poco riguardo verso i molti che lo amarono».
La morte lo colse il 20 luglio del 1937 quando aveva appena deciso di lasciare definitivamente l’Italia per l’Inghilterra. Il libro è avvincente e racconta non solo la vita del grande fisico, ma, oltre alle vicende umane dello scienziato, traccia il contesto sociale e storico e, in genere, familiare tra ‘800 e ‘900.
(Nuova Secondaria 3 – 2009) (mgp)