Chi si ricorda degli “angeli del fango”? Se non ne avete mai sentito parlare, forse siete troppo giovani. Erano giovani anche loro, e nel 1966 accorsero da tutta Italia per dare il loro contributo dopo la terribile alluvione che aveva travolto la città di Firenze.
Foto d’epoca – perché tali ormai possono considerarsi, essendo passati più di 50 anni – li ritraggano al lavoro, tutti inzaccherati nei loro stivaloni di gomma, a spalare melma, a trasportare casse, a rimuovere acqua a suon di secchi.
Grazie a loro, fu possibile mettere all’asciutto quadri, statue e altre opere d’arte, ma fu soprattutto alla Biblioteca Nazionale Centrale che gli angeli del fango compirono il vero miracolo.
Organizzati in catene umane, armati solo di guanti e di tanto entusiasmo, oltre 500 volontari recuperarono dal fango i volumi che lo straripamento dell’Arno rischiava di far sparire per sempre. Un’operazione che richiese diverse settimane, ma che fu da subito molto ben organizzata, permettendo il salvataggio di un patrimonio culturale che sarebbe andato irrimediabilmente perso.
L’intervento alla Biblioteca Nazionale è divenuto una pietra miliare nella storia del nostro Paese: è stata il modello sul quale, negli anni a venire, Firenze ha basato le sue politiche di tutela e conservazione del patrimonio librario e degli archivi, e resta nell’immaginario collettivo un esempio di solidarietà spontanea al servizio della cultura.
Il perché di questa massiccia partecipazione si spiega forse nella percezione, da parte di questi giovani accorsi da tutto il mondo grazie alla risonanza internazionale del disastro, dell’importanza di quel patrimonio di sapere, conoscenza, cultura, rappresentato dai libri conservati alla Biblioteca Centrale di Firenze, il cui nucleo originario, vale forse la pena ricordare, risale al 1714.
Perdere questo patrimonio significava perdere le proprie radici, ipotecare il proprio futuro, o come ha scritto qualcuno, mettere a rischio la propria anima. Forse per questo nelle foto, poi raccolte dalla stessa Biblioteca in una mostra, gli angeli del fango sono sporchi, scapigliati, ma tutti sorridenti.
E forse per questo, chi tra loro è poi divenuto un personaggio pubblico – Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Joan Baez, Massimo D’Alema – non esitano a ricordare la propria partecipazione a questo evento epocale.
Se anche per voi un libro che si bagna è una piccola tragedia, tra le curiosità pubblicate da Focus, c’è anche come salvare la carta dai danni provocati dall’acqua. Niente termosifone né ferro da stiro: meglio congelarli in freezer (per fermare le muffe), magari in un apposito sacchetto e poi lasciarli scongelare gradualmente all’aria.
Per favorire l’assorbimento dell’umidità anche voi, come gli angeli del fango, potete inserire un foglio di carta assorbente tra una pagina e l’altra, e se da asciutti sono un po’ curvi, seppelliteli sotto un paio di vocabolari… ed ecco salva una piccola porzione della vostra anima.
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