Divulgazione: “rendere accessibile a un maggior numero di persone, per mezzo di un’esposizione piana, non eccessivamente tecnica”. Un termine che può facilmente diventare sinonimo di “banalizzazione”. La divulgazione, infatti (non solo nella scienza ma in tutti i campi del sapere), è un’arte, e il mestiere del divulgatore può essere più difficile di quello del super esperto.
Cosa vuol dire fare divulgazione?
Essenzialmente saper comunicare nozioni e conoscenze scientifiche o tecniche (ma anche storiche o artistiche) a un pubblico più vasto di quello che generalmente se ne interessa. Non solo agli studenti, ai laureati o ai “colleghi” di settore ma a chiunque abbia curiosità o interesse a saperne di più.
Un compito non facile, anche perché in genere i divulgatori sono “gente del mestiere”, e lo sforzo che compiono per portare temi complessi a un livello culturale medio – non in senso negativo, ma da intendere “di tutti” – può essere a volte titanico.
Per molti la divulgazione è una sorta di talento naturale; un tempo, chi osava “popolarizzare” la scienza e la cultura era tacciato di non essere particolarmente brillante nel suo campo. In realtà, fare divulgazione presenta una serie di difficoltà da superare con destrezza: “da un lato comprendere nel modo giusto le cose, interpretandole adeguatamente per trasferirle in un diverso linguaggio, dall’altro essere non solo chiari ma anche non-noiosi”.
Sono, queste, parole di Piero Angela, il divulgatore italiano per antonomasia, che ha trovato la chiave di “incontro” con il suo pubblico non solo nel linguaggio chiaro e negli esempi calzanti, ma anche nelle trovate e nelle battute, convinto che “la serietà debba essere nei contenuti, non nella forma”.
Un buon divulgatore può modificare la percezione della sua materia e, in qualche modo, cambiarne la storia. Comprendere l’importanza di determinati studi può, ad esempio, far accettare con maggior facilità la necessità di investimenti e di risorse.
Ecco allora i 10 libri di divulgazione scientifica che hanno lasciato il segno, nel grande pubblico ma anche nel campo che hanno contribuito a rendere più familiare.
Dal Big Bang ai buchi neri: solo il talento innato di Stephen Hawking ha potuto trasformare un libro di fisica teorica in uno dei titoli più noti e venduti di tutti i tempi. Forse un po’ datato, ma ancora una delle introduzioni più “comprensibili” alla cosmologia e ai suoi problemi.
Il gene egoista: in questo libro, Richard Dawkins, biologo esperto di evoluzione, propone una chiave di lettura alternativa e sorprendente al DNA e ai meccanismi della vita.
L’anello di Re Salomone: il capolavoro di Konrad Lorenz spiega il meccanismo dell’imprinting, da lui scoperto e teorizzato. Non proprio recente, ma basilare per gli appassionati di etologia.
L’universo elegante: un altro classico della divulgazione scientifica, affronta uno dei grandi temi della fisica moderna, le stringhe. Per questo libro Brian Greene fu persino candidato al Pulitzer.
Il pollice del panda: Stephen Gould, il più famoso studioso di evoluzionismo dopo Darwin, raccoglie alcuni dei suoi saggi più famosi “volgarizzati” per il grande pubblico.
La fisica di Star Trek: Lawrence Krauss spiega le basi della fisica partendo dalla serie di fantascienza più famosa del mondo. Per divertirsi imparando.
La mente nuova dell’imperatore: un po’ meno “facile” di altri, questo libro di Roger Penrose, fisico e matematico di Oxford, è un classico per chi vuole comprendere i più avanzati concetti della fisica e della matematica.
Dio e la nuova fisica: coraggioso ed eclittico, Paul Davies non è solo fisico teorico. Con le sue sortite nella filosofia e nella biologia, prova a rispondere ai grandi quesiti dell’uomo.
La realtà non è come ci appare: Carlo Rovelli, uno dei divulgatori emergenti di questi ultimi anni, racconta l’avventura della ricerca quantistica per spiegare il mondo che ci circonda.
La quarta dimensione: Rudy Rucker, scienziato alternativo ed eccezionale narratore, esplora le dimensioni oltre le 3 che già conosciamo. E da grande matematico qual è, non resiste alla tentazione di lasciar al lettore qualche problemino da risolvere.
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