Errori da non fare nel divorzio

Il divorzio e come difendere i bambini

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Durante la fase del divorzio la maggior parte dei genitori non decide di proposito di rovinare la vita dei propri figli. Anzi, la maggioranza di essi è composta da individui responsabili, che giustamente si preoccupano di agire nel modo migliore per il bene dei loro figli durante questo periodo di forte stress.

A volte, immersi nella battaglia per il divorzio, nello sforzo di conservare la propria identità e il proprio scopo di vita, i genitori, inconsapevolmente e involontariamente, possono effettivamente compiere azioni dannose per i propri figli.

La prima di queste azioni è proprio quella di separarli dall’altro genitore, anche se il divorzio può essere necessario ai coniugi per mantenere la propria integrità e il rispetto di se stessi. Tuttavia, in seguito alla separazione dei genitori, i figli saranno molto più vulnerabili di quanto non sarebbero stati se i genitori fossero rimasti assieme.

Non fraintendetemi: non è che tutto quanto concerne il divorzio abbia necessariamente un effetto negativo sui figli, ma, nel combattersi per ottenere il divorzio e l’affidamento, a volte i genitori agiscono senza riflettere.

Essi possono venir trascinati dalla loro stessa insicurezza circa il divorzio, o dai loro sentimenti verso il coniuge, e in tal modo possono causare ai figli gravi danni. Parte del danno può essere rimediato, ma sarebbe meglio evitarlo fin dall’inizio.

Tempo di qualitàI genitori che stanno divorziando, nel contendersi i figli, devono rendersi conto del danno che stanno facendo a se stessi, oltre che ai bambini. Il genitore in fase di divorzio, litigando per ottenere l’affidamento, può mettere in pericolo il proprio rapporto con i figli.

Inoltre, i genitori devono imparare a capire che tali litigi hanno sui minori un effetto devastante, anche se una lunga e triste esperienza in proposito ci ha dimostrato come tali effetti possano non risultare evidenti fino a molto avanti nel tempo.

I genitori in fase di divorzio agiscono come immersi in un ciclone emotivo e non possono obiettivamente aspettarsi di agire sempre in modo razionale, e meno che mai di riuscire a pensare in modo chiaro e logico.

Nel suo libro, Melvin Goldzband suggerisce ai genitori che stanno affrontando il divorzio come comportarsi anche attraverso delle semplici domande per prevenire i potenziali effetti dannosi del divorzio sui bambini.

 Di seguito alcune delle domande che lo psichiatra statunitense pone ai genitori nelle varie fasi del divorzio.

Le seguenti domande sono dirette ai genitori non affidatari

  • Dovrei portare mio figlio al cinema o ad una qualche altra attività che io detesto?
  • In che modo avete rassicurato vostro figlio sul fatto che continuate ad amarlo e continuerete a sostenerlo?
  • Siete stato sempre preciso e regolare nell’effettuare le visite?
  • Volevate veramente essere preciso e regolare nelle visite?
  • Avete telefonato o scritto qualche volta?
  • Volevate davvero farlo? Avete pensato ai vostri figli anche quando non potevate essere con loro?
  • Avete parlato a fondo con loro del perché non potete vivere con loro?
  • Avete smesso di litigare col vostro ex-coniuge circa i bambini?

Le seguenti domande sono dirette ai genitori che hanno la custodia dei figli:

  • Avete parlato francamente del divorzio con i vostri figli?
  • E cosa intendete esattamente per “parlare francamente”?
  • Avete cercato di prepararli dolcemente? Forse fino all’estremo?
  • Al contrario, avete commiserato voi stessi raccontando loro quali momenti terribili avete passato con il loro padre (o madre)?
  • Li avete incoraggiati a parlarvi francamente del divorzio?
  • Se lo hanno fatto, come avete risposto? Apertamente o restando sulla difensiva?
  • Cosa avete detto ai vostri figli circa una possibile causa per la custodia?
  • Avete detto loro che quel pezzente del padre (o della madre) sta cercando di portarveli via?
  • Avete detto loro che è possibile debbano andare in tribunale per parlare con il giudice?
  • Avete parlato con loro del concetto di visita a prescindere dai risultati della causa?
  • Cosa avete detto a voi stessi circa la possibilità di una causa per ottenere la custodia?

Le seguenti domande sono dirette a tutti i genitori

  • Quanto l’idea che i figli siano “vostri” influenza il vostro modo di pensare?
  • Quanto vi disturba il fatto che l’ex-coniuge faccia o compri qualcosa per i figli?
  • Quanto vi disturba il fatto che i bambini passino del tempo con il vostro ex coniuge?
  • Quanto spesso pianificate delle attività o fate progetti con i bambini senza tener conto che l’altro genitore ha il diritto di visita?
  • Quali altri pensieri o idee avete personalmente che possano rappresentare un esempio di queste situazioni? (Cercate di essere onesti, per favore).
  • Quanto effettivamente cercate di non insultare o denigrare l’altro genitore? Davanti ai bambini? Anche davanti ad altre persone?
  • Quanta segreta soddisfazione provate realmente quando i vostri figli rispondono male al vostro ex-coniuge? (Misurate bene le vostre sensazioni).

Le seguenti domande sono dirette a tutti i genitori divorziati che hanno optato per la custodia congiunta dei figli.

  • Quanto fate per assicurarvi che l’altro genitore sappia il più possibile della vita dei figli?
  • Riferite al vostro ex coniuge i risultati scolastici dei figli, i voti da loro ottenuti, gli ospiti avuti, i progetti speciali?
  • Discutete con lui/lei le normali questioni mediche e le eventuali crisi o malattie dei bambini?
  • Potete discutere con il vostro ex il futuro dei figli?
  • Riuscite a sforzarvi entrambi per trovare un qualche tipo di compromesso su una questione per la quale avete litigato?
  • Spingete i bambini a cercare loro stessi, l’altro genitore ed a fare indipendentemente piani con lui/lei?

Le seguenti domande sono dirette ai genitori che hanno perso la custodia dei figli.

  • Come avete reagito alla perdita della custodia?
  • Vi siete allontanati? Quanto ciò ha danneggiato i bambini?
  • Avete ricominciato la causa? Come ciò ha influenzato i bambini?
  • Vi lamentate con i bambini durante le vostre visite, perché le ritenete troppo limitate?
  • Avete consentito che la rabbia verso il vostro ex-coniuge finisse con lo scaricarsi sui figli?
  • Siete diventato depresso? Se sì, cosa avete fatto in proposito?

L’autore invita il lettore a non rispondere facilmente o rapidamente alle domande poste alla fine di molti capitoli del libro, ma di riflettere e magari riscrivere le domande e adattarle alla propria esigenza.

Questo testo può essere consultato in qualunque occasione, per ricordarvi quanto danno può essere fatto a tutti gli interessati, compresi voi stessi, e per suggerire alternative.