Se diventare il personaggio di un film o di una fiction è il marchio indelebile della moderna fama, allora Arno Penzias ce l’ha fatta. È stato il personaggio di un film su Stephen Hawking e viene citato, accanto ai grandi della fisica, nella sit-com che ha insegnato la scienza al mondo: The Big Bang Theory. Che già nel titolo grida Penzias a gran voce.
Arno Penzias ci ha lasciato lo scorso 22 gennaio, questo grande fisico che nel 1964 ha trovato le “prove” che il Big Bang – la grande esplosione che ha dato origine all’Universo – era davvero avvenuto.
In forze ai Bell Laboratories, insieme al collega Robert Woodrow Wilson, Penzias riuscì a captare con una nuova antenna un rumore di origine ignota, di intensità costante, che presentava le frequenze tipiche delle microonde. Inizialmente scambiato per un’interferenza, venne poi confermato come avente origine nel cosmo.
Era la radiazione cosmica di fondo, la radiazione elettromagnetica residua delle fasi iniziali dell’universo, perfettamente in linea con la teoria del Big Bang.
Dopo di lui, bisognerà aspettare il 1989 e i dati del satellite Cobe, che rivelarono che la radiazione non era perfettamente uniforme come si pensava, e poi la sonda spaziale WMAP, che nel 2001 l’ha studiata nel dettaglio. Ulteriori prove dell’inflazione cosmica sono state trovate poi nel 2014.
Per la sua scoperta, Penzias ha ricevuto il Premio Nobel per la Fisica nel 1978: niente male per un immigrato che aveva frequentato il liceo nel Bronx e l’università statale. Messo in salvo dalle persecuzioni razziali del Terzo Reich grazie ai treni del Kindertransport, Penzias si rifugiò dapprima in Inghilterra, per poi emigrare insieme ai genitori negli Stati Uniti, dove riuscì ad arrivare alla Columbia University e successivamente al MIT.
Lungi dal considerare il Nobel come un punto di arrivo, ha continuato a lavorare ai Bell Labs fino alla pensione e poi come insegnante alla New York University e a Princeton.
Chi scrive ha avuto la fortuna e il piacere d’incontrarlo, nell’ormai lontano 2005, non più il grande scienziato ma un consulente e imprenditore della Silicon Valley, entusiasta e ottimista per questa ennesima avventura che lo stava catapultando verso realtà nuove e avvincenti.
Nel corso della conversazione, raccolta poi in L’origine dell’Universo che ha pubblicato per i nostri DIALOGHI, Penzias spaziò dal mondo digitale alla rivoluzione informatica, dalle start-up alla fame di tecnologia che già iniziava a sentirsi, spasmodica e incessante. Ci sorprese, questo suo nuovo atteggiamento, quasi dimentico della grande scoperta che aveva contribuito in maniera così dirompente alla comprensione dell’universo.
Si divertì con noi a fare anche una serie di “predizioni” sulle tecnologie che ci attendevano in un futuro non troppo lontano. E ovviamente “ci prese”: algoritmi speciali, comunicazione elettronica automatica, accesso a reti condivise, reti domestiche per la gestione della casa, collegamenti globali, computer sempre più piccoli, riconoscimento facciale. E, cosa più importante: prenotazioni a distanza senza fare fila.
Ancora oggi ricordiamo questo incontro con emozione. Quando ci capita di sentirlo nominare, indissolubile endiadi con la radiazione cosmica di fondo, ammettiamo un pizzico di orgoglio. E poi immaginiamo: il calore, l’esplosione, l’eco che si espande… e un uomo con le cuffie in attento ascolto dell’universo.