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Federico Zeri: Cento di questi anni

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Ricorrono oggi i 100 anni dalla nascita di Federico Zeri, autore del nostro Caro Professore (Di Renzo Editore).

Chi non ricorda gli esordi televisivi di Federico Zeri? Negli studi del Maurizio Costanzo Show, vestito di cuffietta e bavaglino da neonato, impersonava il critico d’arte balbettante. Eppure dietro quell’icona televisiva alla portata di tutti, c’era il più accreditato esperto di arte italiana, nonché uno dei più grandi collezionisti della stessa dal Medioevo all’Ottocento e di iconografia.

Dimostrazione ne è il fatto che l’Università di Bologna, destinataria del fondo Federico Zeri alla sua morte, oggi vanta una fototeca di oltre 290.000 fotografie di opere d’arte e monumenti e una biblioteca di 46.000 libri e 37.000 cataloghi .

Dagli esordi come autodidatta – fu lui, giovane guida turistica ai Fori Imperiali, a riconoscere l’esatta datazione storica di un trono di Costantino – Federico Zeri si è presto imposto come riferimento nazionale e internazionale. Prima direttore della Galleria Spada di Roma, poi artefice tra gli altri del J. Paul Getty Museum di Malibù.

Firma il repertorio dei dipinti italiani nelle collezioni pubbliche americane (Census of pre-nineteenth-century Italian paintings in North American public collections, Cambridge, 1972), il catalogo della Walters Art Gallery di Baltimora (1976) e i quattro volumi del catalogo di dipinti italiani del Metropolitan Museum of Art di New York (1971, 1973, 1980, 1986).

Entra di merito tra i grandi collezionisti e antiquari della sua epoca, acconto a Vittorio CiniJ. Paul GettyAlessandro Contini BonacossiDaniel Wildenstein.

Dal 1975 al 1984, unico europeo, è trustee del J. Paul Getty Museum.

Nel 1993 viene nominato vicepresidente del Consiglio nazionale dei beni culturali. Nell’aprile del 1997 è ammesso all’Académie des Beaux-Arts di Parigi dove prende il posto di Richard Nixon. A noi piace ricordarlo così: «Il progetto culturale che conta non è quello di aprire i musei, ma quello di dare alla gente il modo di capire ciò che è esposto; quindi ci deve essere qualcuno che spieghi, altrimenti non serve a nulla. Chiunque di noi posto di fronte a un linguaggio sconosciuto rimane perplesso, e allora bisogna spiegare che cosa una data opera d’arte rappresenta, che cosa c’è dietro di essa, a quale periodo si riferisce». E questa era la vera grandezza di Federico Zeri: raccontava storie semplici e magnifiche.