Caffè letterario

Due chiacchiere e un caffè, 10 locali storici per una merenda d’autore

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Quando, nell’800, la moda di andare a prendere il caffè fuori casa era ormai divenuta una radicata abitudine, nelle città europee cominciarono a diffondersi locali eleganti e confortevoli, dove trascorrere il pomeriggio in chiacchiere e degustazioni.

Una tradizione soprattutto dei paesi del nord e del centro Europa, dove il freddo e il brutto tempo rendevano pressoché impossibile, soprattutto d’inverno, passeggiare all’aria aperta. Insomma, come oggi si va al centro commerciale per non bagnarsi, nel XIX secolo ci si sedeva per un caffè, un tè e una fetta di torta.

Molti di questi locali, che oggi chiamiamo “caffè letterari” o “caffè storici”, sono sopravvissuti e mantengono tuttora quell’atmosfera sontuosa e un po’ decadente. Caffè frequentati da artisti ed intellettuali, spesso per mancanza di altri spazi, ma a volte anche per coniugare le gioie dell’intelletto con i piaceri del palato.

A Vienna, ad esempio, al Café Central, all’ombra dei ritratti di Sissi e Francesco Giuseppe, Sigmund Freud consumava la tradizionale Jause austriaca, mentre al tavolo accanto, tra una tazza e l’altra, il Circolo di Vienna discuteva il nuovo approccio del positivismo logico.

A Budapest, invece, Ferenc Molnár arrivò a buttare nel Danubio la chiave del New York Cafè affinché non chiudesse mai. Forse fu proprio in questo bellissimo locale del quartiere ebraico che lo scrittore ungherese, tra stucchi dorati e pregiati marmi, concepì il suo famoso romanzo I ragazzi della via Pal, magari dopo una bella fetta di Torta Dobos.

Un altro autore ben più famoso, Franz Kafka, era un assiduo frequentatore dei caffè, che cambiava tanto spesso quanto le case. Tra questi, il più importante è senz’altro il Café Imperial di Praga, una meraviglia in stile art-decò, dove si ritrovava anche il Club Letterario ceco, ma dove si poteva anche giocare a biliardo.

Altrettanto variegata era la clientela del Café Odeon di Zurigo: Albert Einstein, Thomas Mann, James Joyce, Mata Hari, i dadaisti… ce n’è per tutti i gusti. A Oslo, invece, intellettuali ed artisti si ritrovavano al Grand Café: qui Henrik Ibsen ha avuto per anni un tavolino sempre riservato a suo nome.

Scendendo verso sud, uno dei caffè più rinomati d’Europa è il Café Procope a Parigi. Già molto popolare nel secolo dei Lumi, fu anche protagonista della rivoluzione francese con Robespierre, Marat e Danton.

A Madrid, il Café Gijon, un istituzione culturale nata alla fine dell’800, è stato il testimone di incontri letterari e artistici memorabili. La lista dei suoi frequentatori illustri è infinita: basti pensare a García Lorca, a Salvador Dalí e a Luis Buñuel. Fernando Pessoa era invece innamorato de A Brasileira, un caffè nel quartiere intellettuale di Lisbona, dove è tuttora possibile gustare un pastéis de nata sorseggiando una bica, una tazza di caffè forte. Una statua in bronzo del celebre scrittore, seduto al tavolino nell’atto di discutere, campeggia davanti all’ingresso di questo storico locale.

Il caffè letterario più famoso d’Italia si trova a Venezia: il caffè Florian, dal 1720 punto di ritrovo degli scrittori più famosi d’Europa. Seduti nei suoi tavolini all’aperto, Casanova, Goldoni, Goethe, Dickens, Proust hanno sorseggiato un caffè ammirando di fronte a loro lo spettacolo di Piazza San Marco.

Chiudiamo con una versione “moderna” degli antichi caffè: il Vesuvio Cafè a San Francisco, il preferito di Jack Kerouac, Dylan Thompson e Allen Ginsberg. Non propriamente storico – almeno non ancora – ma di certo letterario.

Foto di Free-Photos da Pixabay