Leggere aiuta la mente

Leggere come un autore, i benefici sulla mente secondo le neuroscienze

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Qual è il modo migliore per leggere un libro? Una domanda che probabilmente nessuno di noi si è mai posto.

A quanto pare non basta solo leggere le parole e comprenderne il significato: anche la tecnica di lettura, ovvero il modo in cui si elaborano le informazioni contenute nel libro, hanno una forte influenza sulla performance del cervello e sul modo in cui ci si approccia ad alcuni aspetti della vita.

Ci sono molti modi di leggere. C’è chi scorre velocemente le pagine alla ricerca delle informazioni principali, chi legge in maniera meticolosa e dettagliata cercando di cogliere ogni singola parola, chi salta da un capitolo all’altro leggendo solo ciò che trova più interessante.

Ma la tecnica che sembra apportare più benefici al lettore sembra quella di leggere come leggerebbe uno scrittore. Secondo le neuroscienze, può contribuire a rafforzare le capacità di comunicazione e story-telling, e ci aiuta ad essere più persuasivi nei confronti degli altri.

Scopo di ogni scrittore è infatti quello di trascinare il lettore nelle proprie idee, impegnando il lettore e convincendolo che ciò che hanno scritto vale l’impegno profuso per leggerlo. Un compito facile per gli autori di fiction, che possono usare trame accattivanti e personaggi con i quali il lettore può identificarsi. Per gli scrittori di saggistica e altro, l’unico strumento a disposizione è la raccolta di dati e fatti da presentare in maniera autorevole.

I buoni scrittori sanno come mettere insieme concetti ed informazioni in modo da penetrare la mente del lettore.

Uno studio di neuroscienze ha chiesto ai partecipanti di leggere parole con forti associazioni agli odori, insieme a parole neutre: la risonanza magnetica eseguita in maniera concomitante ha rivelato che alla lettura di parole come “caffè” o “profumo” la corteccia olfattiva primaria si è immediatamente attivata, mentre alla parola “velluto” è stata la corteccia sensoriale, che elabora le sensazioni, ad attivarsi. Insomma, a volte il cervello sembra non essere capace di distinguere tra lettura e realtà. E i bravi scrittori sanno scegliere le parole giuste.

Secondo la psicologia cognitiva, alcuni scrittori sono così bravi da andare oltre le aree linguistiche di base, riuscendo a raccontare una storia che produrre una lucida stimolazione della realtà, che si svolge nella mente del lettore esattamente come una simulazione al computer.

Leggere come uno scrittore può dunque aiutarci a capire i sui strumenti e le sua abilità, da poter poi utilizzare nella nostra vita quotidiana.

Ma cosa significa leggere come uno scrittore? Innanzitutto si deve leggere il libro per intero almeno una volta, anche senza comprenderlo: non passare troppo tempo a controllare termini o concetti, ma leggerlo tutto d’un fiato per cogliere l’idea generale. Una seconda lettura sarà poi più facile.

Bisogna poi cercare le tattiche usate dall’autore per persuadere i lettori. Uno scrittore cerca sempre di convincere i lettori che la sua idea è valida, che ha l’autorità necessaria per svilupparla e che vale la pena occuparsene. Questi obiettivi possono essere raggiunti rispettivamente fornendo al lettore argomentazioni logiche, includendo ricerche e risultati da esperti del settore ed esaminando concetti interessanti attraverso l’uso di personaggi improbabili e fascinosi. Queste tecniche di persuasione potranno poi essere applicati nella vita reale.

È inoltre utile annotare le metafore usate nel libro. Infatti, le metafore hanno la capacità di penetrare differenti parti del nostro cervello. Comprenderne l’uso può potenziare il nostro modo di comunicare con gli altri.

La lettura non è quindi solo un passatempo, ma un utile lavoro di approfondimento delle nostre potenzialità e di apprendimento di nuove strategie. Bill Gates ha dichiarato di essere un lettore attento, che prende appunti a margine della pagina e non lascia mai un libro a metà, nemmeno quando non gli piace. Chissà se è questo il segreto del suo successo.