Psicologia transgenerazionale

La sindrome degli antenati in psicologia

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Più volte gli studenti universitari e quelli delle scuole di specializzazione in psicoterapia, affascinati dalle ricerche sulla trasmissione transgenerazionale dell’Autrice, mi hanno chiesto dove poter reperire, in lingua italiana, questi lavori, indispensabili, oggi, per comprendere cosa ci sia dietro ai sintomi delle malattie psicosomatiche e ad alcuni disturbi oncologici, per poterne cogliere quei legami “transgenerazionali” inconsci che vincolano i soggetti ai loro antenati.

Il titolo della prima edizione francese Aïe, mes aïeux!, apparso nel 1993 e tradotto in inglese, tedesco, russo e spagnolo, mostra tutto il peso di questi legami, ai quali l’Autrice, profonda studiosa del corpo e attenta conduttrice di gruppi, si riferisce citando Sant’Agostino: “i morti non sono degli assenti, sono degli invisibili”.

In tal modo Ella vuole aprirci a un mondo di voci interiori e di presenze transgenerazionali che popolano il teatro oscuro della nostra mente.

Anne Ancelin Schützenberger ha iniziato i suoi studi in Psicologia all’Università di Parigi nel primo dopoguerra ed è stata iniziata alla formazione psicoanalitica dall’antropologo Robert Gassain, direttore del “Museo dell’Uomo” di Parigi e da Françoise Dolto.

Nel 1950, inoltre, Anne ha ricevuto il Prix de l’Aide Allièe à la Resistance come risultato del suo impegno durante gli anni dell’occupazione nazista.

Nel 1951 ha intrapreso l’avventura americana che l’ha portata ad osservare e studiare i processi di interazione  e le dinamiche di gruppo con gli allievi di Kurt Lewin al Research Center for Group Dynamics e, nello stesso anno, ha conosciuto Jacob Levi Moreno.

Profondamente colpita dalla personalità di questi e dai suoi lavori, ha sempre affermato di sentirsi una delle figlie adottive del fondatore della sociometria, divenendo in seguito uno dei primi Direttori di psicodramma del Moreno Institute di Beacon-New York.

Da quel momento Anne Schützenberger è rimasta sempre professionalmente vicino all’ideatore della psicoterapia di gruppo, sostenendolo, con la sua presenza, anche negli ultimi mesi di vita. Moreno ha riconosciuto in lei la spiccata intelligenza, le fervide intuizioni e le notevoli capacità di osservazione, fino a volerla come rappresentante della cultura psicodrammatica nel mondo accademico.

Anne Schützenberger ha raccolto, in un ventennio di lavoro, le osservazioni sulla comunicazione non verbale nei gruppi, documentandole in una tesi conclusiva di dottorato. Nel 1976 ha ricevuto la nomina di Professore Emerito e la cattedra di Psicologia Sociale e Clinica all’Università di Nizza dove già insegnava dal 1967 ed è stata per quasi vent’anni Direttore del Laboratorio di Ricerca di Psicologia Clinica Sociale.

Impegnata nella ricerca e nella didattica universitaria a Parigi e a Nizza, ha sviluppato il suo insegnamento in Europa, in Asia, nelle Americhe, in Nord Africa ed in Australia, grazie anche alla rete di relazioni internazionali che l’ha portata ad essere uno dei pilastri dell’International Association of Group Psycotherapy (IAGP) creata da Moreno nel 1951.

Nel 2001 è stata la prima psicodrammatista ad essere riconosciuta come Membro Onorario della Federation European of Psycodrama Training Organization (FEPTO) alla cui costituzione aveva attivamente partecipato.

È stata allieva del fondatore della gruppoanalisi S.H.Foulkes da cui aveva appreso l’importanza delle matrici per lo sviluppo di un modello multipersonale della mente, e della psicoanalista Francoise Dolto, durante le cui supervisioni, alla fine degli anni ’50, emerse l’importanza di conoscere la vita degli antenati, nonché l’intuizione del rilievo delle trasmissioni inconsce e involontarie nei legami transgenerazionali.

Il presente volume che, nella sola Francia, ha venduto più di duecentomila copie, presenta una ricca serie di studi e ricerche sui fenomeni transgenerazionali; l’opera dell’Autrice si compone, progressivamente, in un mosaico di contributi dei suoi Maestri e dei precursori degli studi dell’inconscio e del genosociogramma e si arricchisce degli esempi clinici raccolti nel corso della sua pratica professionale e dell’analisi di eventi storici e di bibliografie di personaggi illustri.

Un libro denso di significativi apporti e di stimoli teorici quali quelli di Nicolas Abraham e Maria Török sui segreti familiari e “la cripta” ed “il fantasma” e di Josephine Hilgard sulla sindrome dell’anniversario, che offre ad Anne Schützenberger la conferma statistica di quanto l’Autrice aveva osservato nel corso della sua pratica clinica: la ripetizione di generazione in generazione di eventi traumatici.

Le trasmissioni transgenerazionali, secondo la Schützenberger, sono in genere legate a dei segreti, a delle cose taciute, nascoste, talvolta proibite anche al pensiero che attraversano le generazioni, senza essere né pensate né elaborate.

L’Autrice ha allargato la prospettiva della Hilgard prendendo in considerazione un numero maggiore di generazioni ed osservando il fenomeno non solo nelle vicende delle famiglie, ma anche nella storia dei popoli: nel testo Ella propone una chiave di lettura transgenerazionale, nei secoli, sulle vicende del Kossovo.

Lo strumento del genosociogramma è presentato come elemento fondamentale  per ricostruire i passaggi significativi nella storia delle famiglie e per invitare ad una presa di coscienza di eventuali ripetizioni dei traumi del soggetto sofferente, ripercorrendo date ed eventi che permettono la ricerca di legami nascosti o inconsci.

La psicoanalista Schützenberger lavora sulla comunicazione non verbale, su dimenticanze, rotture, fratture dell’anima, sincronicità e coincidenze di nascita e morte, matrimonio, separazione, incidenti, comparsa di malattie, fallimenti, dati importanti nell’universo personale e familiare del soggetto che illuminano sulla realtà psicologica.

Nel 2001 Alessandra Verri che ha discusso, alla Facoltà di Psicologia di Torino, una tesi dal titolo “Ricerca e Studi di Anne Ancelin Schützenberger: il suo approccio al transgenerazionale” mi ha consentito di trarre molte nuove informazioni.

La lettura delle opere dell’Autrice e la partecipazione ai suoi seminari hanno profondamente mutato la mia condotta di psicoterapeuta e di psicoanalista e ringrazio con affetto Anne per la costanza e la passione per la ricerca che ha permesso a tutti noi di beneficiare dei suoi stimoli e del suo lavoro.

A Vienna, durante il 3° Congresso Mondiale di Psicoterapia organizzato dal World Council of Psychoterapy ho visto, ancora una volta, la professoressa Schützenberger esporre, con lo stesso vigore ed estrema chiarezza, ad una platea di psicoterapeuti, i suoi studi sul transgenerazionale.

La domanda che pongo ai ricercatori italiani, rileggendo questo testo, è se il genosociogramma possa essere un utile strumento di prevenzione, o persino di terapia, del disturbo oncologico, sempre più diffuso ai nostri giorni. Invito pertanto i lettori italiani a lasciarsi fluttuare in ricordi ed associazioni, durante la lettura, per poter meglio assimilare i contenuti di questo testo.

Maurizio Gasseau