Neuro Scienze Cognitive

Michael Gazzaniga e le Neuroscienze cognitive

  • Categoria dell'articolo:blog

Michael Gazzaniga è uno psicologo e neuroscienziato statunitense, considerato uno dei maggiori ricercatori nel campo delle neuroscienze cognitive, lo studio della base neurale della mente.

La sua ricerca si concentra sui pazienti con il cervello diviso, cioè quelli che hanno subito un’operazione chirurgica che ha tagliato il corpo calloso, la struttura che collega gli emisferi cerebrali.

Questa operazione viene fatta per ridurre le crisi epilettiche, ma ha anche effetti sulle funzioni cognitive e comportamentali.

Gazzaniga ha scoperto che i due emisferi hanno capacità diverse e specializzate, e che comunicano tra loro in modi complessi. Ha anche studiato come il cervello genera la coscienza, il senso di sé, la volontà e la moralità.

È stato membro del Consiglio Presidenziale sulla Bioetica e direttore del Law and Neuroscience Project. Nel 2019 ha ricevuto un dottorato honoris causa dal Trinity College di Dublino.

Dallo Split-Brain alle neuroscienze cognitive

Lo split brain è un fenomeno che si verifica quando il corpo calloso, la struttura che collega i due emisferi cerebrali, viene reciso o danneggiato, impedendo la comunicazione tra le due metà del cervello.

Lo split brain è stato studiato da Michael Gazzaniga e Roger Sperry, che hanno condotto una serie di esperimenti su pazienti che avevano subito una callosotomia, un’operazione chirurgica che taglia il corpo calloso per trattare l’epilessia grave.

Gli esperimenti hanno dimostrato che i due emisferi hanno funzioni e capacità diverse, e che possono operare in modo indipendente e talvolta conflittuale.

Ad esempio, l’emisfero sinistro è responsabile del linguaggio e della logica, mentre l’emisfero destro è coinvolto nella percezione visiva e spaziale e nelle emozioni.

Nei pazienti con split brain, se uno stimolo viene presentato solo a un occhio o a una mano, esso viene elaborato solo dall’emisfero corrispondente, e non può essere verbalizzato o riconosciuto dall’altro emisfero.

Questo porta a situazioni paradossali, come il fatto che un paziente possa disegnare un oggetto con la mano sinistra ma non sappia nominarlo, o che possa negare di aver visto qualcosa che in realtà ha visto.

Lo split brain ha rivelato la complessità e la modularità del cervello umano, e ha sollevato domande sulla natura della coscienza e dell’identità personale.

Nel libro “L’interprete, come il cervello decodifica il mondo”, Gazzaniga racconta come per anni ha lavorato con Sparry al paziente W.J.

“[…] Fu il dottor Joseph Bogen, neurochirurgo del Caltech, a prendersi la responsabilità di tentare una procedura di transezione, su un paziente affetto da epilessia non medicalmente trattabile. Il paziente si chiamava W.J. ed io chiesi immediatamente di poterlo incontrare. Lavorare con lui è stata un’esperienza straordinaria, uno dei momenti indimenticabili della mia vita professionale.

Ecco, dunque, cosa mi trovai ad osservare: il soggetto indicava e descriveva con facilità colori, lettere e altre informazioni proiettate per brevi intervalli di tempo sulla parte destra del suo campo visivo. Tali informazioni venivano poi processate dall’emisfero sinistro: quindi, in parole povere, l’emisfero sinistro di W.J. non aveva bisogno di aiuto per eseguire quelle funzioni di base che richiedevano risposte verbali.

Invece, quando abbiamo proiettato gli stessi oggetti nel suo campo visivo sinistro, la risposta dell’emisfero destro non è arrivata. Ricordo che l’intero staff tecnico-scientifico lo guardava ansiosamente, ma lui sembrava esser diventato improvvisamente cieco. Insisteva nel dire che non riusciva a vedere i lampi di luce, le lettere in grassetto o qualsiasi altro stimolo visivo che gli veniva presentato.

Nel frattempo, però, la sua mano sinistra (anch’essa sottoposta al controllo dell’emisfero destro) pigiava una chiave telegrafica – come lo avevamo istruito a fare – ogni volta che gli somministravamo uno stimolo visivo. Difficile descrivere il nostro entusiasmo, dinanzi a un risultato così strabiliante.[…]

Tratto dal libro L’interprete. Come il cervello decodifica il mondo

Dalle ricerche scoprirono che il cervello umano si basava su un duplice sistema operativo. Arrivarono alla conclusione che la parte destra del cervello mancava della propensione a definire mediante parole il mondo esterno e i suoi stimoli; propensione che era invece propria dell’emisfero sinistro.

Lo studio dei pazienti split brain ha indotto i ricercatori a lavorare in un nuovo campo ibrido dando vita a quello che oggi conosciamo come neuroscienze cognitive.