Donne scrittrici

Niente più pseudonimi per le scrittrici del passato

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“Sto leggendo Il mulino sulla Floss, di un certo George Eliot,” scrive Adrian Mole nel suo diario. È solo un adolescente che si dà arie di grande intellettuale per far colpo su una ragazza: si può quindi perdonare se non sa che il tizio in questione è in realtà una donna.

Firmare la propria opera con uno pseudonimo è una pratica da sempre abbastanza comune nel mondo della letteratura, anche da parte di grandi autori. Il più noto di tutti: Mark Twain. Ma per molte donne scrittrici, come la bistrattata Mary Anne Evans, è stata per molto tempo una necessità, il solo modo per poter essere letta e pubblicata. Leggere opere scritte da donne doveva essere proprio un tabù difficile da scardinare se, per la stessa Eliot, fu più semplice convivere apertamente con un uomo sposato che firmare i suoi romanzi con il proprio nome.

A quel tempo – piena epoca vittoriana – le donne scrivevano poesie, storie d’amore o di mistero, e gli approfondimenti sociali e politici dei romanzi di George Eliot non sarebbero forse stati presi sul serio.

L’emancipazione femminile ha, nel frattempo, fatto passi giganti, ma un certo alone culturale deve essere rimasto se J.K. Rowling ha scelto di firmarsi con un nome neutro (con le iniziali invece che con il nome per esteso), per non rischiare di perdere potenziali lettori di sesso maschile. Successivamente sceglierà il nome di un uomo, Robert Galbraith, per firmare la sua serie di romanzi gialli, ma forse in questo caso si è trattato di una scelta dettata più dalla necessità di anonimato, per conquistarsi una certa credibilità in un genere in cui la concorrenza è valente ed agguerrita.

C’è chi comunque cerca di vendicare i torti del passato: il Women’s Prize for Fiction, uno dei più prestigiosi premi letterari del Regno Unito, ha avviato un programma editoriale che ripubblicherà 25 opere originariamente apparse sotto pseudonimo maschile, stavolta usando il vero nome delle autrici. Se è vero che la maggior parte delle donne britanniche sceglie ancora di prendere il cognome del marito, si tratta per ora solo di un piccolo riscatto.

Fortunatamente altri settori del sapere sono oggi più attivi in questo senso: nella scienza, ad esempio, le donne sono sempre più presenti e innovative ed ignorare i loro successi sarà, ci auguriamo, sempre più difficile.

Foto di Becca Clark da Pixabay