Caro Professore

10,00

Autore: Federico Zeri
Presentazione di: Walter Veltroni

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Quarta di Copertina

Nell’ultima intervista prima della sua morte, Federico Zeri (1921-1998), uno dei più grandi esperti di storia dell’arte del secolo, dopo una breve introduzione autobiografica, riflette su come vengono affrontati, nel nostro paese, gli argomenti culturali in generale e quelli artistici in particolare. Vi si trova un’accurata denuncia degli errori che vengono commessi dai diversi centri di potere. Con “Un ricordo” di Lidia Storoni Mazzolani.

Forse a Federico Zeri non sarebbe dispiaciuto che fossi io, estranea al suo mondo, ai suoi studi, a scrivere queste poche righe di compianto. Hanno scritto tanto di lui nei giorni successivi alla sua morte: non sta a me aggiungere un elogio del suo straordinario intuito e della sua sterminata cultura.

Di lui ricordo con gratitudine l’immeritata benevolenza: mi telefonò per invitarmi a pranzo quando non ci conoscevamo ancora, mi offrì una pietanza sconcertante. Era, spiegò, il piatto preferito dell’imperatore Adriano – un omaggio alla mia traduzione di Marguerite Yourcenar.

Ricordo anche il singolare umorismo: una sera all’Accademia di Germania parlottò a bassa voce con me per tutta la durata del pranzo; ma non si trattava, come forse ritennero gli altri commensali, di argomenti inerenti ai suoi studi; al contrario, fu una serie di scenette e battute romanesche degne di Gioacchino Belli.

Non era però l’intelligenza che colpiva in lui e nemmeno la cultura, ma piuttosto un cruccio severo, profondo, come d’un padre che vede maltrattati i suoi figli: il patrimonio artistico italiano era la sola cosa che gli stesse a cuore e non tollerava di vederlo trascurato o non trattato con il rispetto, dirò di più, la riverenza che merita.

Di fronte a un’opera d’arte più che l’esperienza erudita contava la sua intuizione quasi medianica, il risultato della sua conoscenza profonda non solo di quell’artista e del suo stile, ma del momento storico, dell’ambiente sociale in cui era vissuto, la sua condizione umana. Mi parve sempre lacerato da uno scontento amaro del suo tempo, del suo Paese e, soprattutto, del modo com’era amministrato il retaggio impareggiabile che i nostri avi ci hanno affidato.

Anche questo volumetto postumo è un grido di dolore, il suo malcontento investe ogni aspetto della società e non solo l’inadeguata tutela del patrimonio artistico, l’Università, la cultura, la critica d’arte: gli italiani lo deludono. È come se, vivendo in stretta confidenza con Piero della Francesca, con Raffaello, con Masaccio, i suoi contemporanei gli apparissero indegni di quei predecessori, omuncoli pretenziosi senza cultura e, soprattutto, senza spina dorsale.

I Capitoli

  • Presentazione
  • Prefazione biografica
  • Archeologi e archeologia
  • Falsi e restauri
  • Università, scuola e cultura nel nostro Paese
  • Roberto Longhi, storia di un “falso” d’autore
  • L’Amministrazione delle Belle Arti
  • L’Arte e la Chiesa
  • L’arte moderna – Uno sguardo sul presente
  • Relazioni tra arte e altre discipline
  • Progetto cultura
  • Un ricordo

Informazioni Libro

Autore

Federico Zeri

Anno Edizione

1998

Pagine

80