Paul Davies (n. 1946) è un fisico britannico e divulgatore scientifico. Dirige il Dipartimento di Fisica dell’Arizona State University ed è responsabile del BEYOND Center, polo di discussione e ricerca sui grandi problemi della scienza e della filosofia. È membro dell’Institute for Quantum studies alla Chapman University.
Ha insegnato nelle Università di Cambridge, Londra, Newcastle e Adelaide. Dal 2005 dirige l’équipe di Post-Detection Science and Technology Taskgroup del SETI.
Le sue ricerche riguardano la cosmologia, la teoria quantistica dei campi, l’astrobiologia e l’esobiologia, con interessi che spaziano dai buchi neri iper-dimensionali, alle superstringhe e alla gravità quantistica. Tra i suoi contributi: il cosiddetto effetto Fulling-Davies-Unruh, in base al quale, per osservare la radiazione di un buco nero, l’osservatore deve muoversi con moto accelerato; la teoria del Bunch-Davies vacuum state, utilizzata per spiegare le fluttuazioni della radiazione cosmica di fondo emanata dal Big Bang.
Con Fulling e Unruh è stato il primo a suggerire che i buchi neri – che evaporano attraverso l’effetto Hawking – perdono massa in seguito a un flusso di energia negativa che penetra dallo spazio circostante. Si è inoltre occupato a lungo del problema della freccia del tempo ed è stato un precursore della teoria secondo la quale la vita sulla Terra potrebbe essere arrivata da Marte, tramite asteroidi e comete.
Davies è famoso per le sue provocazioni scientifiche che spesso hanno sollevato discussioni e dibattiti. In un suo articolo, “Taking Science on Faith”, apparso su “The New York Times” ha dichiarato che una scienza libera dalla fede non esiste, poiché l’immutabilità delle leggi fisiche è data per accertata esattamente come avviene per i presupposti della fede religiosa.
Saggista e grande divulgatore, ha condotto serie scientifiche radiofoniche e televisive per la BBC inglese e la TV australiana; serie per le quali è stato premiato l’Advance Australia Award e due Australian Eureka Prizes.
Nel 1995 ha ricevuto il Templeton Prize, nel 2001 la Kelvin Medal e nel 2002 il Faraday Prize della Royal Society inglese. L’asteroide 6870 Pauldavies, individuato nel 1992, porta il suo nome.