Capita a tutti, prima o poi, di dimenticare la buona educazione a tavola e mangiare con le mani. A volte sono le circostanze a pretenderlo – il panino mangiato al volo davanti al computer, un picnic all’aria aperta, il pranzo sulla spiaggia.
Altre volte invece è il cibo stesso che ce lo chiede: praticamente impossibile mangiare una pizza o le patatine fritte con una forchetta. Perché? Siamo tutti d’accordo che mangiare certi cibi con le mani aumenta l’esperienza della fruizione. Insomma, in poche parole, c’è più gusto.
Siamo anche tutti d’accordo, almeno noi adulti, che ci sono cibi che non ci verrebbe mai in mente di mangiare con le mani, ad esempio la pasta, una bistecca, un’insalata.
Eppure, studi recenti hanno dimostrato che mangiare con le mani, toccando il cibo, aumenta le nostre percezioni, migliora la soddisfazione della masticazione e fa apprezzare di più il cibo al nostro encefalo, che lo percepisce come molto più gustoso.
Di contro, però, sarebbe un vero e proprio attentato alla linea: infatti le posate, oltre a migliorare l’aspetto “igienico” del pasto, avrebbero la capacità di creare una vera e propria separazione tra noi e il cibo, limitando la nostra voracità. Mangiare con le mani, invece, aumenta così tanto la nostra esperienza gustativa da spingerci a mangiare di più.
Per i bambini mangiare con le mani è meglio?
Tutta un’altra storia quando si parla di bambini, che proprio attraverso le mani iniziano il loro rapporto con il cibo. Infatti uno studio condotto dall’Università di Nottingham sostiene che lasciare che i bambini mangino da soli con le mani, soprattutto durante lo svezzamento, li aiuti ad autoregolarsi.
Addirittura, lo studio si spinge fino a dichiarare che i bambini piccoli che mangiano da soli con le mani hanno un indice di massa corporea più basso e sviluppano una predilezione per alimenti più sani.
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Questi risultati hanno suscitato diversi critiche, però, e non tutti i nutrizionisti si sono trovati d’accordo. Le buone maniere non c’entrerebbero nulla nella scelta degli alimenti da consumare e nello sviluppo del gusto per determinati cibi. Sono sempre e comunque la qualità e la quantità del cibo che fanno la differenza.
Quel che è certo è che la crescita ha le sue tappe, che i genitori devono seguire: e se è vero che tra i 6 mesi e l’anno di età i bambini devono poter assaggiare tutto per potersi creare un proprio gusto, è vero anche che spesso i genitori si concentrano per praticità su pochi piatti già graditi limitando così lo sviluppo del gusto ai nuovi sapori.
Il pollo si mangia con le mani
Intanto, il 2 ottobre si celebra l’alimento che, per antonomasia, va mangiato con le mani: il pollo arrosto. Il #polloarrostoday, una maratona sui social organizzata da un’associazione di categoria, vede la partecipazione di chef, food influencer, blogger e tik toker, che si sfideranno a suon di aneddoti e ricette su uno dei piatti più popolari di sempre.
Preso in rosticceria al termine di frenetiche giornate di lavoro, cotto al barbecue nelle serate con gli amici, cucinato con amore dalle nonne per il pranzo domenicale, il pollo resta uno degli alimenti più consumati dagli italiani.
Molto utilizzato anche nella cucina cinese, è caro ai francesi, ai quali – dice una leggenda – ne fu promesso uno al giorno dal re Enrico IV, completamente invaghito della cucina contadina. Oggi, persino il galateo si è adeguato e considera mangiare il pollo con le mani un’eccezione alle regole che è consentita, quasi pretesa: magari con tre dita, come i nobili del Rinascimento, leccandosele senza farsi vedere.
Foto di Daria Nepriakhina 🇺🇦 da Pixabay