Jacob Levi Moreno è stato sicuramente un grande innovatore. A lui si deve l’evoluzione del metodo psicoanalitico in chiave gruppale, con l’invenzione di tecniche – sociometria, sociodramma, psicodramma e psicoterapia dei gruppi – che hanno trasformato i problemi del singolo (le nevrosi) in conflitti di ruolo tra individui e tra l’individuo e il suo gruppo di appartenenza.
In un certo senso, non è più il singolo a essere “disfunzionale”, ma è la sua sfera di relazioni – il rapporto tra lui e il circostante – a non essere sufficientemente integrata.
Colpito da quella che Moreno stesso definì “un’idea fissa” – ossia che ognuno di noi è dotato di una natura primordiale immortale e sacra, che si esprime attraverso la creatività – egli si dedica alla progettazione e realizzazione di un metodo in grado di far fluire questa creatività in modo spontaneo, senza attriti con il circostante, potenziando il singolo e il gruppo di cui fa parte. Creatività e spontaneità sono le parole chiave del metodo di Moreno, fondato sull’analisi dei legami tra strutture sociali e benessere psicologico, così come descritto nel suo libro-manifesto: Chi sopravviverà? Principi di sociometria, psicoterapia di gruppo e sociodramma (1934).
La sociometria è un metodo quantitativo usato per misurare le relazioni sociali. Dalla definizione di Franco Ferrarotti (in Trattato di sociologia): “è la scienza che studia la dinamica dell’interazione e della socialità nei gruppi”.
La definizione di Sociometria
La parola sociometria nasce dal latino socius (compagno) e metrum (misura). L’uso del termine risale al sociologo Adolphe Coste (1899). La prima definizione fornita da Moreno è datata 1916, ma la formalizzazione teorica completa e conclusiva del metodo risale al 1951.
Dagli scritti di Jacob L. Moreno si evince che la sociometria è:
“un’indagine sull’evoluzione e l’organizzazione dei gruppi e la posizione degli individui al loro interno. In quanto scienza dell’organizzazione sociale, essa affronta i problemi non dall’esterno del gruppo o dalla superficie, ma dall’interno. Le osservazioni sociometriche rivelano la struttura nascosta che dà a ogni gruppo la sua forma: le alleanze, i sottogruppi, le credenze nascoste, gli impegni dimenticati, le convinzioni ideologiche, la star dello show”.
Sebbene Moreno la definisca scienza, il suo fine ultimo è di tipo trascendente: rendere l’individuo più spontaneo e le organizzazioni e i gruppi più vitali e trasparenti.
Teoria dell’atomo sociale
La sociometria e la teoria dell’atomo sociale (che studia le relazioni di lungo termine, seguendone sviluppi e mantenimento nel tempo) formano insieme un sistema esaustivo per lo studio delle relazioni sociali. L’atomo sociale è la struttura infinitesima della socialità e rappresenta, per Moreno, il nucleo di ogni rapporto; i vari rapporti costituiscono invece la cosiddetta rete sociometrica.
Partendo dalla concezione secondo cui l’uomo è essenzialmente un essere sociale, la sociometria riconosce e utilizza le connessioni che si evincono dalle scelte compiute nella vita quotidiana – dalla persona con cui mangiamo a quella che sposiamo – mediante lo studio della reciprocità dei ruoli, la telè (processo empatico bidirezionale di attrazione/repulsione che produce le correnti affettive interne a un gruppo) e la catarsi (warm-up della creatività: scaturimento attraverso la spontaneità, mediante psicodramma e gruppo-azione, che permette la catarsi/liberazione con relativa assunzione responsabile del proprio ruolo).
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Il metodo nel suo insieme consente all’individuo di riappropriarsi della sua soggettività, attraverso la mediazione del gruppo.
Moreno distingue tre livelli di attuazione sociometrica: un sistema teorico (detto anche sociatria) che include ruoli, atomi sociali, incontro/spontaneità, espressione/psicodramma e teorie sociometriche; un sistema sub-teorico; e un metodo valutativo e d’intervento.
Sperimentale e Applicativa
La sociometria ha due anime: una sperimentale di ricerca e una applicativa. La prima lavora con i gruppi esplorando le reti socio-emozionali. Con chi nel gruppo vorresti lavorare? A chi chiederesti consiglio per un problema di lavoro? Chi del gruppo ti soddisfa come leader? Questo tipo di domande è alla base del test sociometrico – strumento di cui si avvale il sociometrista – ovvero il questionario mediante il quale si misurano, nei gruppi, intensità e livello delle varie relazioni.
Ogni soggetto deve esprimere le sue scelte (di accettazione/rifiuto) e analizzarne la problematicità all’interno del gruppo. È utile per lo studio dei piccoli gruppi (in particolare, per le famiglie), ma si può attuare anche con gruppi e organizzazioni più estese; ragione per cui la sociometria ha trovato largo seguito nella sociologia. La parte applicativa della sociometria si occupa di assistere gruppi o individui, sviluppando le loro relazioni psico-sociali.
La finalità di ambedue le branche è garantire un’espressione spontanea e creativa della relazionalità. Il presupposto dell’azione è che vi siano differenze tra le dinamiche di un processo e il suo contenuto manifesto o, per dirla con Moreno, “esiste una profonda discrepanza tra il comportamento ufficiale e quello segreto dei membri di un gruppo”. Ed è appunto questa discrepanza che diventa oggetto di analisi del sociometrista.
Alleanze e i segreti di un gruppo
Dato che la sociometria si basa sulle alleanze e i segreti di un gruppo, non sorprende che risulti utile nell’analisi dei conflitti etnici. Joan Criswell se ne avvalsa nell’analisi dei rapporti tra bianchi e neri nelle scuole americane; Gabriel Weimann nelle relazioni etniche in Israele; James Page negli studi intra e inter-etnici sulle popolazioni del Pacifico.
Negli ultimi anni, si è sviluppata anche un’applicazione digitale della sociometria: la socio-mappa. Sono nati software commerciali per l’analisi dei gruppi (come Sometics). Facebook stesso, nella sua struttura, si fonda sulla sociometria.
Moreno ha applicato la sociometria sia su piccole unità, sia su gruppi estesi, come ad esempio per formare squadre più efficienti e sicure nella marina militare statunitense (1951) e per creare gruppi sinergici alla Hudson School for Girls (1953).
La sociometria è uno strumento di intervento molto efficace e uno strumento predittivo molto affidabile. La sua forza risiede nell’integrare più teorie contemporaneamente – filosofiche (Bergson), psicoanalitiche (Freud), sociologiche (Fourier, Comte, Le Play), psicologiche (Bernheim), antropologiche, unitamente al materialismo dialettico di Marx – contribuendo a formare un quadro completo delle dinamiche umane.
Sociometria dinamica, diagnostica e matematica
I tre sviluppi più significativi della sociometria sono: la sociometria dinamica, che studia i processi delle trasformazioni sociali; la sociometria diagnostica, che analizza i problemi di classificazione sociale; la sociometria matematica, che estrae valori statistici dalle osservazioni sociometriche.
Prima di proporre un qualunque programma sociale, il sociometrista deve esplorare accuratamente la situazione attuale del gruppo. È indispensabile, infatti, che ogni membro trovi una sua propria motivazione al cambiamento, affinché l’intervento del sociometrista vada a buon fine.
Osservando le dinamiche positive (scelta, accettazione, attrazione) e negative (non scelta, rifiuto, repulsione) nelle posizioni individuali dei membri di un gruppo, le dinamiche e le connessioni del gruppo diventano esse stesse manifeste, esplorabili e modificabili.
Stilare il sociogramma
Una volta stilato un sociogramma, la sociometria approda al suo livello più “profondo”: le scelte del gruppo vanno ora agite, le ragioni di tali scelte verranno esternate ed esplorate. In tal modo, il contesto relazionale prende forma e diventa reale (ossia agito).
Parte integrante della sociometria è dunque il sociogramma: metodo per rappresentare graficamente e in maniera sistematica (mediante diagramma) i rapporti esistenti fra i membri di un gruppo sociale.
Gli individui sono rappresentati come punti/nodi e le relazioni tra i membri del gruppo come linee/archi. Attraverso questo schema è possibile rilevare a colpo d’occhio quale posizione ogni singolo membro occupa nel gruppo (leader o emarginato).
Per effettuare un diagramma sociometrico, i membri del gruppo devono rispondere alle domande del test sociometrico, in cui si chiede loro di indicare, in ordine decrescente di preferenza, i compagni con i quali vorrebbero svolgere una determinata attività; con chi non vorrebbero lavorare affatto; quali compagni pensano che li abbiano indicati per la prima e la seconda eventualità.
Il sociogramma non è altro che la raffigurazione delle reti sociometriche: una mappa sulla quale si possono isolare sub-unità per effettuare indagini sempre più minuziose. Le varie posizioni dei membri all’interno del sociogramma sono: isolati, ignorati, membri di status medio, popolari, leaders etc.
Il sociogramma viene usato soprattutto in ambito educativo e sociologico (si veda, in merito, il sociogramma dei gruppi di Erickson)
Psicodramma e Sociodramma
Il passaggio successivo è quello dell’acting-out, ossia agire le dinamiche del gruppo per renderle consapevoli. Psicodramma e sociodramma sono due tecniche di misurazione delle correnti affettive interne a un gruppo, che sovente si accompagnano alla fase “agita” successiva al sociogramma.
Il primo consiste nella trasposizione mediante azione scenica delle relazioni e dei microcosmi individuali. È una trasposizione in chiave drammaturgica del gioco del rocchetto (fort-da) di Freud ed è utile con le persone che hanno difficoltà di accesso al piano simbolico. L’azione si attua nel campo dell’immaginario e porta a una liberazione (rivelazione/creazione) dell’individuo rispetto al reale.
Elementi dello psicodramma sono: la scena, il soggetto (paziente-attore), il direttore di scena (conduttore), gli io ausiliari che assistono il conduttore, l’uditorio che sta a simboleggiare la pubblica opinione. Il conflitto viene dunque agito tra realtà e fantasia, attuando la catarsi d’integrazione del soggetto.
Durante il processo psicodrammatico, agiscono varie forze psicologiche: procedimento di messa in scena, principio di partecipazione (involvement), principio di realizzazione, proiezione, inversione, tecnica dello specchio.
Il sociodramma è invece un metodo di ricerca attiva e profonda, che analizza le relazioni tra gruppi e la formazione delle credenze collettive. La differenza con lo psicodramma risiede nel fatto che quest’ultimo agisce in microcosmi individuali, mentre il sociodramma sul gruppo e sul modo in cui questo si forma a partire dai ruoli individuali e culturali. La collettività, infatti, è un processo di stratificazione e differenziazione dei vari ruoli e gerarchie.
Testi di riferimento:
Edizioni italiane:
- Jacob Levi Moreno, Chi sopravviverà? Principi di sociometria, psicoterapia di gruppo e sociodramma, Di Renzo Editore, Roma 2017.
- Jacob Levi Moreno, Il teatro della spontaneità, Di Renzo Editore, Roma 2011.
- Jacob Levi Moreno, Psicomusica, Di Renzo Editore, Roma 2005.
- Jacob Levi Moreno, Il profeta dello psicodramma, Di Renzo Editore, Roma 2002.
- Jacob Levi Moreno, Gli spazi dello psicodramma, Di Renzo Editore, Roma 1996.
- Anne Ancelin Schützenberger, Lo psicodramma, Di Renzo Editore, Roma 2008.
- Anne Ancelin Schützenberger, La sociometria, Armando, Roma 1975.
Edizioni in lingua straniera:
- Adolphe Coste, Les principes d’une sociologie objective, Felix Alcan, Parigi 1899.
- Jacob Levi Moreno, Sociometry, experimental method and the science of society, Beacon House, Ambler 1951.
- Jacob Levi Moreno, The sociometry reader, The Free Press, Glencoe 1960.
- Mary L. Northway, A primer of sociometry, University of Toronto Press, Toronto 1967.
- Carl E. Hollander, An introduction to sociogram construction, Snow Lion Press, Denver 1978.
- Ann E. Hale, Conducting clinical sociometric explorations: a manual, Royal Publishin Company, Roanoke 1985.
- Helen Hall Jennings, Sociometry in group relations, Greenwood, Westport 1987.