Gli sembrava assurdo affermare che la traiettoria esistesse nella camera ma non dentro l’atomo.
L’idea di traiettoria, dopo tutto, non può dipendere dalle dimensioni dello spazio in cui avvengono i moti dell’elettrone. Cercai di difendere la mia posizione giustificando con dettagli tecnici la necessità di abbandonare del tutto il concetto nel contesto atomico: in realtà non osserviamo una traiettoria vera, ma registriamo solo le frequenze della luce emessa dall’atomo, le loro intensità e probabilità di transizione, ma non un vero «cammino». E poiché il principio di razionalità impone di accogliere in una teoria solo le quantità direttamente osservabili, l’idea di traiettoria dell’elettrone non doveva trovarvi posto. Con mia sorpresa, Einstein non fu affatto convinto». [Continua a leggere su Scienza e Conoscenza]
Articolo di Licata sulla rivista “Scienza e conoscenza”
Numero 67 in uscita a gennaio-marzo 2019, pp. 58-63