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La parola al corpo, 10 segnali che valgono più delle parole

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Il nostro corpo, si sa, è in grado di comunicare ciò che pensiamo in maniera altrettanto chiara delle parole, anche se in gran parte dei casi del tutto inconsciamente. Saper leggere il linguaggio del corpo è una cosa complessa ma possibile, e molto vantaggiosa, soprattutto in quegli ambiti dove sapere in anticipo il pensiero dell’altro permette di adottare le strategie più adeguate.

Non sempre, però, è necessario essere psicologi o avere chissà quale esperienza: ci sono segnali e movimenti il cui significato è ben noto, e che ci vengono così naturali, da non poter essere controllati.
Tra questi ad esempio, l’alzata di spalle, un gesto universale che ci fa capire che il nostro interlocutore non sa di cosa stiamo parlando. C’è poi il sorriso senza rughe, un sorriso falso, perché è praticamente impossibile ridere senza farsi venire le zampe di gallina.

Se il vostro interlocutore incrocia le braccia quando lo fate voi, non vi allarmate. I movimenti a specchio sono un segno che è d’accordo con quello che dite. Diffidate invece di chi vi guarda negli occhi in maniera prolungata: sta tentando di essere convincente, ma in realtà vi sta mentendo.

Se accavalla le gambe, significa che ci è ostile e oppone resistenza, ma se si tocca i capelli, magari guardandoci dal basso, allora è attrazione fatale. Se si tocca ripetutamente il viso o le mani, è molto nervoso, mentre se ride con noi… beh, abbiamo fatto colpo.

Se agita una gamba senza riuscire a stare fermo, allora è senz’altro nervoso, ma se sta seduto comodo e si lascia andare, siamo riusciti a metterlo a nostro agio. Certo, si tratta di piccoli segnali di facile interpretazione, che non possono competere con la sottigliezza delle osservazioni di Paul Ekman per capire le menzogne di chi ci sta parlando.

Ma rappresentano comunque un buon modo per iniziarci alla lingua segreta del corpo, che racconta inconsciamente le nostre sofferenze, le nostre gioie, le nostre difficoltà, anche quando il linguaggio parlato non è in grado di esprimerle.

Foto di Pexels da Pixabay