RNA, storia di una rivoluzione scientifica

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L’RNA è stato uno dei grandi protagonisti della ricerca biologica degli ultimi 50 anni. Il suo ruolo nella sintesi delle proteine era stato già intuito negli anni ’40, e nel 1959 è stato assegnato il primo Premio Nobel per la scoperta di un enzima responsabile della sua sintesi in laboratorio.

Da allora sono stati ben 30 gli scienziati che hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento per nuove continue scoperte sull’RNA: da Carl Woese, che ipotizzò il suo ruolo di catalizzatore a Renato Dulbecco che insieme ad altri scoprì che gli enzimi potevano copiare l’RNA nel DNA; da Fire e Mello che studiarono il ruolo dell’RNA nella regolazione dell’espressione genica a Kornberg che nello stesso anno scoprì la trascrizione dell’RNA.

Un Premio Nobel in questo campo, Sydney Altman, che ha contribuito alle ricerche dell’Rnasi P e delle proprietà enzimatiche dell’RNA, ha pubblicato di recente un interessante volume, La rivoluzione dell’RNA (Di Renzo Editore), in cui racconta le avventure scientifiche che hanno portato a queste scoperte.

Con l’aiuto e i consigli di molti colleghi – i racconti sulla vita di laboratorio appassioneranno molti ricercatori in erba – Altman ha scoperto che la sola molecola di RNA era sufficiente per osservare attività catalitica e con il supporto del suo gruppo è riuscito ad arrivare al primo precursore radiochimicamente puro della molecola di RNA.

Con questa scoperta Altman ha rivoluzionato la conoscenza dei meccanismi biologici ed ha dimostrato che l’RNA non è solo un “magazzino di informazioni” ma ha conservato funzioni antiche al di là dell’evoluzione delle proteine.

Il volume è gradevole, non solo per la modestia con cui Altman racconta la propria carriera, dagli errori – vedi l’incidente con il fosforo radioattivo – all’incontro con le grandi menti dell’epoca (Leonard S. Lerman, John D. Smith, Fred Sanger, Sidney Brenner); dall’infanzia in una famiglia di emigrati all’arrivo al prestigioso MRC Laboratory of Molecular Biology di Cambridge.

Un libro da leggere tutto d’un fiato, come spesso accade per I Dialoghi di Di Renzo Editore, senza lasciarsi spaventare troppo da qualche pagina più tecnica, e da conservare con cura nella propria biblioteca.

Fernando Maurizi
(Il chimico italiano N°2)